Cronache tragicomiche, ufficio stampa comune: l’ultima farsa! L’amministrazione “richiama all’ordine” il consigliere Notarbartolo. Che dice il vero. Chi ha scritto il comunicato “di richiamo” a chi dice il vero? Per caso un abusivo che scrive il falso?


Pubblicato il 27 Agosto 2015

Siamo oltre ogni indecenza, mi raccomando –per tutti- nessuno intervenga. O soltanto dica pio

di iena dello scandalo

A metà pomeriggio di oggi, dall’ufficio stampa del comune di Catania (cioè da chi?) è arrivato questo comunicato che segue:

“Comune di Catania

Ufficio Stampa

26.08.2015

Insulti a Ufficio stampa: Bosco, “Notarbartolo moderi i termini”

L’assessore, “I comunicati sono sempre e comunque espressione dell’Amministrazione. E se contro quest’ultima gli attacchi politici sono leciti, contro gli uffici acquistano un sapore minaccioso intollerabile”

 

“L’insulto, tanto più se immotivato, è intollerabile: Notarbartolo moderi i termini”.

Lo ha detto l’assessore Luigi Bosco riferendosi all’attacco del consigliere Niccolò Notarbartolo all’Ufficio stampa del Comune di Catania riguardo alla risposta dell’Amministrazione sulla vicenda delle piste ciclabili e del Tondo Gioeni.

“Pur essendo fuori sede – ha spiegato Bosco – lunedì scorso, su richiesta del Gabinetto del Sindaco, avevo fornito una scheda perché si potesse tempestivamente rispondere alle osservazioni del consigliere Notarbartolo. Nella scheda, come è stato correttamente riportato nella nota dell’Amministrazione, si precisava che l’importo dei lavori delle due piste ciclabili era di 2,4 milioni e non di 4,4, cioè il costo del progetto. Notarbartolo ha voluto interpretare questo dato obiettivo, che confermo, come un’accusa di falsità nei suoi confronti”.

“Quando il Consigliere – ha aggiunto Bosco – mi ha comunicato per telefono il suo risentimento, ho risposto che, per mia forma mentis, non avrei mai accusato alcuno di falso. Ho precisato inoltre che il dato rilevante per calcolare il risparmio era quello dell’importo dei lavori e non quello complessivo del costo del progetto. Mi dispiace che la mia risposta sia stata utilizzata sia per far intendere che dietro la redazione del comunicato ci fosse una sorta di giallo e sia per attaccare con inaudita e immotivata violenza l’Ufficio stampa, presentandolo come se potesse agire in maniera autonoma e non fosse sempre e comunque espressione dell’Amministrazione. E se contro quest’ultima gli attacchi politici sono leciti, contro gli uffici e chi lavora acquistano un sapore minaccioso che non possiamo condividere, ancor più se rivolti a chi non può difendersi a titolo personale. Sarebbe bene che tutti si occupassero degli interessi della città e non di sterili polemiche”.”

In sostanza, l’assessore comunale ai lavori pubblici Luigi Bosco “richiama all’ordine” il consigliere comunale Nicolò Notarbartolo, che, ieri sera, si era addirittura difeso, in aula, di fronte a quanto scritto contro di lui da un comunicato dell’ufficio stampa (cioè chi?) comunale.

Tema: la vicenda delle piste ciclabili. Cosa ha fatto Notarbartolo? Ha utilizzato per le sue dichiarazioni la relativa delibera e i dati riportati. E cosa ha fatto il comune, con l’ufficio stampa (cioè chi?)? Ha, fra l’altro scritto:  “…per quanto riguarda infine la questione delle economie sollevata dai consiglieri, va precisato che l’importo dei lavori era di 2,4 milioni e non di 4,4.” Insomma, Notarbartolo non avrebbe riferito dati esatti. Ma perché non si stava zitto il consigliere e “incassava” una replica errata (basta vedere la delibera che riporti appunto i dati resi noti dall’esponente del Pd)?

Tutto chiaro, no? Non solo: l’assessore Bosco, competente per delega, in una comunicazione per la quale ha dato l’autorizzazione a riferire, ha detto a Notarbartolo che i suoi dati erano esatti. Capito? Capito che brutto carattere ha Notarbartolo che replica a chi dice che egli riferisce dati non esatti? Insomma, a dirlo è solo l’assessore ai lavori pubblici, insomma uno qualunque. O no?

Insomma, nel solito scenario di una “commedia dell’assurdo”, un contesto comunale favorito dal silenzio omertoso di larghi pezzi di “opionione pubblica pensante” e “di sinistra”, un tempo animata da sincera “passione democratica”, è accaduto anche questo.

Malgrado Catania e la sua variopinta “pseudosinistra stracciona”, c’è da registrare, per l’ennesima volta, fatti gravissimi che riguardano la comunicazione di un ente pubblico che ha riflessi enormi sulla vita quotidiana di una comunità (nel caso di specie di un gruppo di abitanti di un luogo umilianto e umiliante, chiamato città di Catania). Allora ricapitoliamo: il “funzionamento” dell’ufficio stampa del comune di Catania è uno SCANDALO. Lo sanno in tanti, ma chi interviene?

I comunicati stampa non sono firmati, ergo chi li ha scritti? Forse qualche abusivo? Abusivo cioè uno che lavora, da oltre due anni, senza alcun titolo, in nero e senza alcuna garanzia, né per sé ne per l’ente pubblico e dunque per i cittadini che subiscono in silenzio.

 L’anonimato nel contesto della comunicazione di un ente pubblico ci sembra davvero una condizione intollerabile e produttrice di riflessi tragicomici. Esempio: ma se un giorno qualcuno dovesse dolersi di qualcosa scritta in questi comunicati stampa chi dovrebbe querelare? Il presunto “capo ufficio stampa”? Quello vero? Quello virtuale? Quello sulla carta? Quello di fatto? 

Ora all’orizzonte c’è la richiesta da parte dell’opposizione di una commissione d’inchiesta sull’ufficio stampa. Noi seguiremo gli sviluppi.

 

 


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