‘Iblis’, Lombardo:”Realta’ travisata, la mafia estorce, non da’ voti e soldi in cambio di nulla. Sovvertiti i manuali di criminologia”


Pubblicato il 19 Maggio 2012

di Fabio Cantarella

Ognuno è il migliore medico di sé stesso, ognuno è il migliore avvocato di sé stesso, solo chi conosce la propria vita sa cogliere ogni parola, ogni sfumatura del testimone meglio di chiunque altro. Il giudice stesso si fa un’idea alla luce di atti e indagini che vengono compiute, io conosco la mia vita e debbo dire che trovo fondamentale partecipare a tutte le udienze ecco perché mi prefiggo di non assentarmi più”. Con queste parole, ieri, nel corso della conferenza stampa indetta a Palazzo D’Orleans, il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha risposto alla nostra domanda sulla sua futura partecipazione alle udienze. E in merito ha anche aggiunto: “Martedì scorso sono anche intervenuto e credo di aver dato un buon contributo alla magistratura, sia ai pubblici ministeri che al presidente.”

Non appena gli chiediamo che idea si sia fatto dell’intera vicenda, adesso che prende parte alle udienze, il governatore si lascia andare ad uno sfogo: Mi sono fatto anche un’idea del travisamento, come mai un’indagine non appura chi è questa ditta dell’agrigentino che collabora con la magistratura contro la mafia e me la presenta collaterale o contigua alla mafia. Oppure in un comune non si sa di chi è espressione un candidato anziché attribuirlo a me o a mio fratello, non si sa come sono andate le vicende elettorali in quel di Canicattì, chi ha sostenuto Di Gati, al di là delle chiacchiere che va dicendo: Di Gati, per esempio, ha sostenuto altri candidati, ma questo si legge nelle sue dichiarazioni. Può essere che chi fa le indagini non legge le sue dichiarazioni e non mi riferisco alla magistratura che fa solo il suo dovere in maniera splendida, sia chi chiede l’archiviazione che chi non la chiede”.

La vicenda della Safab, ad esempio, è emblematica di questo modo di travisare le cose, di presentarle in maniera contraria alla verità. La Safab ha fatto in questa città di Palermo più cose tra cui il parcheggio sottostante il tribunale, ha fatto dighe come a Lentini, ha fatto condotte idriche, ma Dio mio l’unica cosa per la quale sarebbe arrivata a me, e cioè la vicenda degli alloggi per i militari americani, la cui costruzioni dipendeva da pareri che potevano provenire dal potente presidente della Regione, dal potente assessore al territorio ed ambiente che appartiene al mio partito, dal capo del Genio civile di Catania che è vicino a me, che stimo e che ho proposto io per quella carica è l’unica cosa che la Safab non fa in Sicilia. E io sarei il suo sponsor politico: ma stiamo scherzando? E poi non dimentichiamo che la Safab è nella Palermo Energia Ambiente e lì c’è entrata per input politico che sanno tutti di chi è stato e che certamente non si tratta di Lombardo nè del Mpa anche perché questo avveniva precedentemente. Questo è travisamento puro e semplice della verità, queste cose le posso dire io, un avvocato non può sapere cos’è PEA e come si è formata. Io ho letto la relazione Pecorella, io so cosa ci sta dietro i termovalorizzatori, la più grande porcheria in cui mafia e politica si ritrovano a braccetto. Ecco perchè posso dire di aver condotto concretamente la più importante azione antimafia che si sia mai vista nella storia della Sicilia, perché mai affare c’è stato da quattro miliardi e mezzo d’investimenti e forse cinquanta miliardi d’introiti per ventanni”.

A chi gli chiede cos’ha pensato allorché ha saputo della presenza del comandante dei Ros in persona, il generale Ganzer, alla conferenza stampa di “Iblis”, Raffaele Lombardo considera: “testimonia che il Ros era interessato al vertice, al massimo livello, poi non so dire se il generale Ganzer partecipi anche alle conferenze stampa di Palermo, Reggio Calabria o Parma, so solo che a “Iblis” c’era”.

Il governatore di Sicilia interviene anche sulla questione del senatore Giovanni Pistorio chiamato in ballo dal pentito D’Aquino con la tesi che gli avrebbe procurato oltre cento voti alle nazionali, spendendo 18 mila euro, ma senza averlo mai sentito e incontrato. “Pistorio fa bene a denunciare questa gente per calunnie, sappiano i magistrati, ma non credo che ci sia bisogno che glielo diciamo noi, che si tratta di vili e volgari calunniatori. Ora la mafia che investe 600mila euro per la mia campagna elettorale, 18mila euro per Pistorio, da che mondo è mondo, almeno che non vogliamo modificare radicalmente i manuali di criminologia i soldi la mafia li piglia, li estorce e li investe in ben altre cose. E usa mezzi coercitivi della volontà delle persone, qua invece, in questa assurda vicenda, dà voti e dà soldi, in cambio di che cosa? Di nulla, di nulla, ci fosse un solo compiacimento di un mafioso per un risultato ottenuto, qua cisono solo insulti perché fino a prova contraria non avrebbero ottenuto da me che gli fissassi il solo appuntamento. Una cosa vergognosa, veramente”.

Gli chiediamo, viste le indagini che hanno interassato gli ultimi presidenti di Regione, se non sia il caso di candidare qualcuno fuori dalla Sicilia:no, no, anche se signori miei io per esempio sono indagato per Pasquasia, per disastro ambientale, quando c’è un soggetto attuatore che aveva molti più poteri di me che invece è testimone dell’accusa. Per carità ci sono le ragioni per questa cosa ma otterrò giustizia. E’ giusto che ciascuno risponda e dia conto dei propri comportamenti, nè voglio dire invoco guarentigie, privilegi, immunità. In questi casi comunque la magistratura fa solo il suo dovere, mentre la vicenda catanese e tutta un’altra storia. L’altro giorno, in udienza, ho appreso dalla testimonianza resa da un ufficiale del Ros che si comincia ad avviare l’indagine nel novembre del 2009 mettendo insieme fatti che magari vengono tratti da indagini varie e costruendo quest’accusa che io smonterò pezzo a pezzo come sto già facendo“.


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