La Chiesa diventa sponsor di un sindaco del rinnovamento. Che sia l’ex prefetto Sammartino?


Pubblicato il 06 Febbraio 2023

Dopo il solenne pontificale dell’arcivescovo comInciano a trapelare i primi possibilI autorevoli nomi fuori dalla vecchia politica. Intanto i partiti affilano le armi per la prima sfida Razza-Sudano.

DI GIUSEPPE BONACCORSI

C’era da aspettarselo che il solenne pontificale dell’arcivescovo di Catania, mons. Renna sarebbe stato deciso, duro, inequivocabile a difesa della città contro la malapolitica, l’affarismo, la mafia, la corruzione, il disinteresse. Un pugno allo stomaco sferrato soprattutto contro una classe politica che ha amministrato la città negli ultimi decenni, proprio quella che già adesso affila le armi per la riconquista del fortino-Comune. Il pensiero dell’alto prelato, capo della chiesa catanese, era già stato espresso recentemente in altre occasioni e confermato anche dai giornali. Ma stavolta, dal pulpito di piazza Stesicoro, l’arcivescovo metropolitano ha ancora di più alzato il tiro e puntato il dito non solo contro la rassegnazione, ma contro le tante responsabilità della politica che ha ridotto Catania a una città apatica che sembra essere senza speranza. Renna ha parlato a cuore aperto ai cittadini, chiedendo il loro riscatto, e indirettamente proiettandoli al prossimo appuntamento elettorale di maggio quando verrà finalmente rinnovata la classe politica catanese con la nomina del nuovo sindaco. Un discorso a dir poco impeccabile, da “tanto di cappello”, apprezzatissimo da chi ha a cuore le sorti della città. Una omelia che da anni non si sentiva a Catania, volta a scuotere le coscienze di tutti i cittadini che oggi si uniscono per la festa della Santa Patrona. Un discorso che segna un solco tra la malapolitica e il rinascimento della città.

Tra l’altro, non facendo direttamente riferimento alle urne, Renna ha avuto parole pesanti quando riferendosi ai quartieri degradati ha parlato di “alleanze tra quartieri per non essere preda di coloro che vendono promesse (come non ricordare le tante passerelle sul riscatto di LIbrino andate in fumo ndr?), che non realizzeranno mai – ha inoltre puntualizzato l’arcivescovo – perché fa loro comodo avere persone che non conoscono i loro diritti”. E dunque ha affondato la lama sulla pochezza della politica dicendo chiaramente: “Occorrono politici che sappiano studiare i mali di Catania e le loro soluzioni, che siano liberi da vincoli che li appiattiscono non sul presente, ma sul peggiore passato”. Come non fare riferimento ai tanti esponenti che hanno amministrato in passato e nel suo recente la città?

L’alto prelato ha anche inviato un chiaro messaggio a rinnovamento ricordando i tanti disastri, il dissesto lacrime e sangue, lo stato di abbandono delle periferie causato dal disinteresse generale verso i problemi della gente.

Una entrata in gamba tesa su quella che si preannuncia una campagna elettorale ricca di colpi di scena e di nomi noti, notissimi – alcuni anche per i tanti scivoloni giudiziari – con una società civile che potrebbe far sue le parole dell’arcivescono e cercare lontano dai partiti una figura autorevole che possa rappresentarli? C’è poco da giurarci. Ed ecco che la partita già sin da adesso si fa interessante perché all’interno di alcuni ambienti vicini non soltanto alla Chiesa cominiciano a farsi strada alcuni nominativi di figure autorevoli che potrebbero scendere in campo per il riscatto della città. Uno solo per tutti, quello dell’ex prefetto di Catania, Claudio Sammartino figura autorevole e grande uomo delle istituzioni e dal grande senso dello Stato. Proprio una persona capace che potrebbe rappresentare il volto nuovo del rinnovamento richiesto da una Chiesa guidata da un arcivescono che prende di petto i problemi e pretende dalla politica il rispetto per i cittadini e la città. Politici chiamati al riscatto di una città che non merita il degrado in cui è finita per colpa di lotte di potere e affarismi biechi. Sarà Sammartino o un altro nominativo a prendere lo scettro offerto dall’arcivescovo? La Catania per bene se lo augura.

GIA’ I PRIMI “BRACCI DI FERRO”

Nel frattempo accontentiamoci delle prime scaramucce dei partiti per la conquista dello scranno più alto del Comune. Ormai è roba risaputa che il primo scontro che si si profila sul tavolo del centrodestra riguarda la possibile tenzone tra l’ex assessore regionale alla Salute del governo Musumeci, Ruggero Razza e la deputata nazionale ex Art.4 di Leanza, ex Pd e oggi leghista, Valeria Sudano, sponsorizzata dal vicepresidente della Regione, Luca Sammartino. Perché “singolar tenzone” tra i due dello stesso centrodestra? Perché a meno di colpi di scena dell’ultima ora i due difficilmente potranno cooperare, se non altro per lo scontro mai sopito tra l’allora governatore Nello Musumeci, oggi ministro alla Protezione Civile e proprio Sammartino, oggi vicepresidente della Regione, che tra l’altro non gli ha ancora perdonato le parole sul “tintinnar di manette” che l’ex governatore ebbe a pronunciare nei suoi confronti nel corso di una accesa seduta d’aula all’Ars.

Sempre nel centrodestra si fa strada un altro nominativo che avrebbe delle chances ed è quello dell’ex assessore allo Sport, Sergio Parisi, che, però, si ha l’impressione che, pur apprezzato da molti ambienti, oggi corra solitario, senza sponsor perché al momento difficilmente Fratelli d’Italia potrebbe sponsorizzarlo viste le pressioni di Musumeci per trovare un posizionamento per il suo delfino rimasto attualmente alla finestra.

E nel centrosinistra? Roba trita e ritrita per pochi intimi visto che, per non andare tanto lontani, il partito democratico sembra essere totalmente sparito dai radar o è quasi per esserlo, nonostante si sforzi di rialzare la testa. Per una conferma bastava dare una occhiatina all’ultimo appuntamento catanese del partito che ha ospitato la candidata alla segreteria nazionale, Schlein in una sala occupata da pochi intimi. La partita in questo campo potrebbe essere tutta a favore del presidente della Caritas Emiliano Abramo, ma c’è chi dice che sotto sotto anche il “new entry” piddino Dino Giarrusso (ex M5s e poi deluchiano doc) avrebbe cominciato a sondare il campo, forte di migliaia di voti da offrire al miglior offerente della sinistra. Bisognerà capire cosa accadrà anche nei Cinquestelle, movimento che si agita tra una possibile candidatura dell’ex ministra Nunzia Catalfo e l’altra dell’ex sottosegretario Cancellieri. Sempre che alla fine non trovi una quadratura col Pd.

E il sempre sindaco Enzo Bianco? Sermbra che intenda correre a qualunque costo per un nuovo mandato, magari in una coalizione da grande Centro.

Per il resto appare come una boutade il corteggiamento di De Luca all’ex assessore regionale azzurro prof. Giovanni La Via mentre non sembrano avere storia le altre possibili candidature che si stanno facendo strada in città.

Vedremo nei prossimi giorni, subito archiviata la Festa, che cosa accadrà quando i partiti avvieranno le consultazioni di coalizione. E siamo proprio curiosi di capirlo.


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