La guerra dei Giambruno


Pubblicato il 21 Ottobre 2023

di Marco Iacona

Oggi “la” Giornale diretto da Sallusti difende il proprio, come chiamarlo… affezionatissimo capo. “Quella stessa” Giornale che a pagina 27 dà “della” soprano alla Callas, sanzionando la vittoria delle Murgia (che da lassù si godrà lo spettacolo), delle Boldrini a cui solo un paese malato può dar diritto (non di parola: quello è per tutti ci mancherebbe, ma) di polemica. “La” soprano: no, non si può sentire!

C’era una volta (e in realtà c’è ancora) un quotidiano fondato da Montanelli che da mezzo secolo dice di schierarsi contro il coro, ma una volta le voci interne al coro erano forti, chiare e pericolosine. Ridotta a poche flatulenze dopo lo sciroppo, la sinistra è oramai potere silenzioso nelle istituzioni e nelle massonerie, inattaccabile (peggio per gli oppositori) epperò anche la destra ne raccatta di cori e coretti (loro sì e “noi” no?), coccolando vocioni e vocine come un Borbone farebbe col Delfino. Vabbè.

Quel che non va della storia Giambruno-Meloni, ovviamente del non-lieto finale, ovviamente non per un dietro le quinte che a prima vista sembra illimitato, è presto detto.

1.Conosciamo l’ambiente e da lungi (ma non tantissimo da lungi) le persone. La cosa che a prima vista potrebbe stonare è che Meloni ha dato del benservito al “compagno” (orribile termine da comunisti inchiavabili) esattamente per quelle stesse ragioni (no: non c’eravamo, ma l’ambiente lo conosciamo) che un paio di lustri fa le avevano permesso di avvicinarsi ad Andrea. Ce la diciamo tutta? L’uomo sborone, “marinettiano”, esibizionista, pappagallo e fumosetto piace (se lo fa con te lo fa anche con le altre: saremo mica scemi?), epperò piace con i se e con i ma; piace cioè se non intralcia l’efficienza delle donne (ah! il lavoro)… e qui a lavoro direi che ci siamo… Ovvero se quel suo “fare” – neologismo o neo-linguismo quanto mai assurdo – non va a sbattere contro lo schermo a difesa della cosiddetta dignità della donna, schermo architettato diciamo così qualche generazione fa per fare in modo che le donne (puntini puntini).

Intendiamoci, non che le donne (come gli uomini) non abbiano una dignità da difendere o non l’abbiano mai avuta, ma come tutte le novità altro-significanti dentro o dietro quel sostantivo si può aggiungere di tutto, comprese inspiegabili (?) reazioni a talune insignificanti smorfie da salottino; protagonista della scena è un “marito” che fa finta di provarci con le altre come fece a suo tempo con la futura “moglie” (che gongolava). Con quella “moglie” che faceva finta di non capire che lui “era così” e nient’affatto “era così con lei”. Insomma: tra sombreri e tunnel era ed è tutta una finta alla Ronaldinho.

2.Malgrado i giornali amici, letti oramai da quattro affezionati, Meloni pagherà carissima questa sua affrettata decisione. Privatamente dà l’idea di una persona, come detto, più carrierista che altro (il “marito” mi ostacola con le sue fanfaronate? Via il marito!), i cui sentimenti (cosa tipicamente femminile, e ringraziamo davvero Meloni di aver forse detto la parola definitiva circa certe leggende di donne “amanti”) sono comodamente gestibili occasione per occasione (e questa non è forza, caro Sallusti, ma spietatezza, pressappochismo e appunto opportunismo), ovvero essi stessi sono legati come dire al corso degli eventi… Insomma: ti amo, ma con i ma… Va bene? Va male? A Meloni (che proviene dal nostro ambiente) credo avessero insegnato qualcos’altro e la presenza di questo “altro” in una cerchia conservatrice, ella, lo pagherà carissimo. Se sapevi, il problema adesso sei anche tu, se non sapevi, in realtà facevi solo finta…

Per quanto riguarda invece una più generale stima (chissà: tra l’altro potrebbero venire a galla molte altre questioni “personali”) e in termini politici, ricordo a Sallusti a Meloni e a tutti i destrini ben aggreggiati che, utilizzando termini filosofici, la destra è prima di tutto esistenza poi (semmai) essenza; intendo dire che all’elettore o simpatizzante medio quest’episodio non piacerà per nulla nel suo darsi come dire… pragmatico (cioè così com’è e in relazione al contesto), al di là del fatto che egli potrà definirsi ancora conservatore, cattolico, “socialista” (virgolette necessarie) o altro. Panfilo Gentile parlava di una destra non più destra per mancanza di stile ed eravamo ancora agli anni Settanta…

3.Il canale facebookiano utilizzato da Meloni, quella narrazione continua di se stessa come si trattasse di un dialogo continuamente aperto con l’elettore e il pubblico, dà l’idea, come dire fedeziana, che la vita sia oramai una relazione non col tuo autentico affetto (o che autentico dovrebbe essere) ma con un’entità strana, sovrastrutturale, astratta e dannosa che è l’utente-votante, cioè una relazione con chi elargisce consenso. Piace? Voglio dire che Meloni non aveva alcuna fretta né alcun dovere di mettere in moto la propria re-azione se non appunto considerandola come il gesto più importante, fatto di proposito non per se stessa (quel se stessa è la sua dimensione familiare, messa a dura prova) ma per il pubblico. Anche qui: o il suo rapporto era finito (e perché chiuderlo così, allora? pusillanimità, falsità?) o se non era finito è stato letteralmente preso a calci sia pur dopo le sboronate del “compagno”, in nome di ben altro. Insomma: Meloni ha vissuto un quarto d’ora da vip, da tipo da giornale scandalistico, non essendo affatto quel che (forse) diceva di essere; non facendo quello che, a destra, ci si attendeva da lei: non essendo una donna capace di difendere il proprio privato (perché il privato non c’è o è poco importante…), il “marito” che si era scelta e naturalmente la loro unione.

4.Che ne sarà di quel conservatorismo, a mio giudizio dai confini epistemici incerti – sbandierato a destra e a… destra? I portatori d’acqua si sono già messi in moto. Una quadra la troveranno, anche se, si dica quel che si dica, questa è più una vittoria delle varie Boldrini (cioè delle donne “moderne”) che delle Meloni…

5.E se fosse tutto un gran casino? Se in realtà dietro ‘sta roba da fogliaccio ci fosse molto altro? Amanti? Chissà, ragioni di stato “nascostissime”? realtà a noi sconosciute? profondità inesplorate o inesplorabili? Boh.

6.Infine, il povero Giambruno. Un uomo così (a dir la verità: un gran simpaticone) non lo scopri dopo dieci anni e per un fuori onda; ripeto: così era ed evidentemente piaceva. Andrea era l’anello debole (in realtà, è Meloni oramai quella debolissima…) da colpire, ed oggi qualunque uomo o donna che non professi idee “modernissime” può essere facilmente colpito. E qui viene giù l’edificio. Se la destra avesse idee salde (e non le ha), avesse lavorato bene in questi decenni (e non l’ha fatto), non avesse concesso spazi alle merdate di sinistra, a quest’ora ci saremmo fatti una risata, tutti. Altro che dignità (non) perduta… Ma il primo ministro (o come si chiama) ha scelto la strada più breve. Vive la contemporaneità con la convinzione che essa porti giovamento a sé (ovviamente) e agli altri (proprio no!). Via il dente e via il dolore dunque (che forse non c’è e se c’è non si vedrà…).


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