Libertà di stampa! Pitrella/Benanti 1 – Concettina Raia 0: querela archiviata mentre la Cgil archivia “a famigghia”


Pubblicato il 04 Novembre 2021

di iena marco pitrella.

Scoppola a destra e scoppola a manca”, dalla politica e dal sindacato: sta diventando sempre più difficile vivere sereni per Concettina “Servelloni Mazzanti Vien dal Mare”. L’ultima, di “scoppola”, a Concettina gli è arrivata con l’archiviazione della querela che aveva avuto il coraggio di presentare a marzo del 2020 contro di me e contro Marco Benanti.

Per un articolo, e che articolo, che dal titolo era tutt’un programma: “Cgil-Pd: cena aziendale a casa della “Padrona” Concettina Servelloni Mazzanti Vien dal Mare” (Link in basso).

Ma con quale faccia, Concettina c’ha querelati? mi chiedo. La sua mi rispondo: ho detto tutto.

Era capodanno dell’anno del Signore 2020, e l’articolo in questione prendeva spunto da una foto pubblicata sul profilo facebook di Concettina Servelloni Mazzanti Vien dal Mare: quanto erano belli tutti quelli che, immortalati nella stessa foto – etichettati come “personaggi fantozziani” –, salutavano il nuovo anno, brindando attorno a lei, Concettina Servelloni Mazzanti vien dal Mare, “La Padrona”: “La Padrona dell’ormai ex Palazzo “Rota-Gianformaggio”, palazzo nobiliare di Grammichele, divenuto ormai “Palazzo Raia”. C’era Villari, ANGELO, c’era pure l’altro, Rota, Giacomino, suo marito, e c’era persino quell’altro ancora, Vittorio Di Geromino, loro uomo al paese.

Insomma, c’era “a famigghia”.

Un dubbio m’è rimasto: non comprendo se sia più fantozziana “l’ascensione sociale” di Concettina, divenuta la “Padrona” del Palazzo, o se sono più “fantozziani” i personaggi, quelli appunto da “a famigghia”, che ci stavano attorno a Concettina.

Archiviazione, dunque: Pitrella/Benanti 1 – Concettina Raia 0.

Del resto, quando la querela comincia con “Sono e mi chiamo Concetta Raia …” ma dove deve andare Concettina Servelloni Mazzanti Vien dal Mare? ma, la domanda va domandata: che sia più elegante scrivere “La sottoscritta”, nessuno gliel’ha spiegato?

Fantozziani!”

Archiviazione, dunque.

È libertà di stampa!

È libertà di manifestazione del pensiero!

È satira!

Proprio la satira che va oltre il diritto di cronaca e va oltre il diritto di critica, perché è cosa ironica, perché è cosa grottesca, perché è cosa buona e giusta, e colpisce dritta l’arroganza del potere e chi lo esercita: lo sanno tutti tranne tu, Concettina.

Di che stupirsi? Concettina Servelloni Mazzanti Vien dal Mare è la rappresentazione plastica, profondamente plastica, ma plastica assai, di quei politicanti modesti (ed è già un complimento) a volte politicamente insignificanti e spesso maldestri, a cui piace il potere; che se chiamati in causa dai giornali ma non solo, al rispondere preferiscono far la vittima e querelare, con querele pretestuose … e magari chiedere i danni.

Perché in fondo, quando la politica viene chiamata a rispondere, il querelare diventa l’essenza del far la vittima: chiedere quante ne subiscono ai tanti e troppi giornalisti.

I giornali non devono essere “i cimiteri delle idee”, come li definiva Proudhon. Tu, Concettina, l’hai letto Proudhon?

In città, da tempo per fortuna il monopolio dell’informazione è finito: cosa sarebbe Catania se non vi fossero certi giornali e alcuni giornalisti?

Non me ne vogliano gli altri colleghi, ma in particolare un pensiero alla mia amica Debora Borgese lo voglio dedicare.

Lei, la Borgese, che da Villari, ANGELO, che di diritto di satira ne sa quanto Concettina, è stata querelata.

Quel Villari, ANGELO, rinviato a giudizio per fatti che col bilancio del Comune di Catania hanno a che fare; quello stesso Villari, ANGELO, da cui, seppur non indagato, attendiamo una risposta sull’inchiesta “Malpassu” – clan “Santapaola-Ercolano”, su mafia e rifiuti nel territorio di Mascalucia in cui lui, Villari, ANGELO, è apparso nelle intercettazioni.

Villari, ANGELO, che durante un comizio a Grammichele, ha minacciato di querelare un ragazzo che con un post su facebook gliene aveva chiesto conto e ragione di tutto questo.

Ma Villari, ANGELO, segretario provinciale di un partito che si chiama democratico (e meno male), al dare una risposta preferisce querelare: certo, quando uno è eletto “da remoto”.

A rileggerlo ora l’articolo oggetto della querela, “di remoto” c’è rimasto quanto andavamo raccontando: “L’impresa è familiare e la sceneggiatura è fantozziana – era l’incipit – E stavano tutti lì, attorno a lei, Concettina Servelloni Mazzanti Vien dal Mare, la Raia va, la padrona dell’impresa familiare Cgil e padrona nell’area Cgil del partito democratico, stessa … impresa familiare”.

Oggi, domani, una campagna elettorale … di Concettina Servelloni Mazzanti Vien dal Mare, correva l’anno 2008 e correva l’anno 2012. Dieci anni all’Assemblea Regionale Siciliana: bah!

Oggi, domani, una campagna elettorale … di Villari, ANGELO (Concettina permettendo…), correva l’anno 2017.

A famigghia” a tutto questo aveva ridotto il sindacato: a “un’impresa familiare”.

La padrona dell’impresa familiare Cgil e padrona nell’area Cgil del partito democratico, stessa … impresa familiare”, scrivevamo sempre nell’articolo oggetto di querela.

Tutt’un “levati tu che mi ci metto io”: nel frattempo che Concettina Servelloni Mazzanti Vien dal Mare era deputato regionale, Villari, ANGELO, era segretario provinciale della Cgil; nel frattempo che Villari, ANGELO, era assessore al comune di Catania, con Enzo Bianco sindaco, Rota, Giacomino, marito di Concettina, era segretario provinciale della Cgil, succedendo a Villari, ANGELO.

Levati tu che mi ci metto io”, quindi: nel frattempo che Villari, ANGELO, si candidava al posto di Concettina all’Assemblea Regionale, non risultando eletto, Concettina pretendeva alle elezioni nazionali del 2018 una candidatura “blindata” alla Camera dei deputati … come s’è c’era abituata. Sulla stessa scia, l’elezione “da remoto”, in piena pandemia, di Villari, ANGELO, a segretario provinciale del partito democratico: sempre la stessa “impresa familiare”.

Se nel partito democratico tutto rimane immutato (diamo tempo al tempo), oggi nel sindacato qualcosa è cambiato: in quel di via Crociferi, sede della Cgil, “a famigghia” sembra ormai essere archiviata.

Archiviazione, dunque.

Archiviazione per archiviazione, la Cgil di Catania non è più “un’impresa familiare”, torna ad essere la Confederazione Generale Italiana del Lavoro: un sindacato. Con i suoi tanti pregi e i suoi pochi difetti, ma un sindacato, per fortuna.

Il sindacato della sinistra italiana: un’altra storia.

La storia che ha camminato sulle gambe di uomini come Giuseppe Di Vittorio, Luciano Lama, Sergio Cofferati, Guglielmo Epifani e … di Maurizio Landini.

Una storia che andava difesa.

Chi come me alla storia della sinistra ci appartiene, in tutti questi anni l’ha sempre difesa quella storia, diventando la voce di tanti iscritti, dei tanti compagni e delle tante compagne che con dignità ci hanno sempre creduto: a qualunque prezzo e a qualunque costo.

Perciò, dicevamo, oggi qualcosa è cambiato: la Cgil di Catania non è più “un’impresa familiare”, torna ad essere la Confederazione Generale Italiana del Lavoro.

È la Cgil di Maurizio Landini, bellezza!

Un plauso al segretario regionale, Alfio Mannino e un plauso al segretario provinciale, Carmelo De Caudo.

Nell’attesa che anche nel partito democratico, il segretario regionale Anthony Barbagallo segua la retta via che da anni gli andiamo indicando …

archiviazione, dunque.

E con questa archiviazione, io archivio te, Concettina cara. Anzi Concettina, senza cara. Ah, dimenticavamo, me lo ricorda l’anarcoreazionario Marco Benanti, di ricordare la disponibilità dell’avv. Fabio Tita. Sempre pronto anche a sentire la voce fastidiosa (a parte del fisico non proprio da ballerino) del citato direttore: un ulteriore motivo di ringraziamento.

https://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=10552

 

 

 

 

 

 


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