POLITICA E GIUSTIZIA: PIEMME INDAGA POLITICI E FUNZIONARI, CHE NON C’ENTRANO. DIMENTICANDO I CONSIGLIERI COMUNALI?


Pubblicato il 20 Settembre 2014

Può l’azione penale obbligatoria trasformarsi in discrezionale o attendista malgrado la conoscenza di notizie di reato “attuali”?

di Ignazio De Luca

Nell’articolo “la legge è uguale per tutti.. forse” di ieri 19 settembre al sottostante link :http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=4883, riguardo le indagini svolte dalla Procura a carico dell’ex sindaco Stancanelli e di altri 19 tra politici e funzionari del comune di Catania, per falso ideologico,”per non aver effettuato il dissesto”, a caldo, vi avevamo esposto come la pensavamo.

Nessun Tribunale – o quasi- potrebbe ritenere l’ex sindaco Stancanelli, ex assessori e dirigenti del comune, colpevoli del reato di falso ideologico, avendo la Corte dei Conti e il Ministero delle Finanze, approvato il piano di riequilibrio finanziario.

Ci par, che la Procura abbia probabilmente la memoria corta.

Poco più di cinque mesi fa, la Corte di Appello, che tiene udienza, appena, un piano sopra il suo ufficio, il 6 aprile 2014, ha assolto “perché il fatto non costituisce reato” i 13 membri delle due giunte guidate dal compianto ex sindaco Umberto Scapagnini. Secondo l’accusa, Scapagnini e le sue due giunte avrebbero falsificato i bilanci consuntivi del 2004 e del 2005, per evitare il dissesto finanziario e la decadenza dalla carica, nonché la successiva incandidabilità.
Unico colpevole, condannato, pena sospesa, l‘ex ragioniere capo Vincenzo Castorina.

La Corte giudicante di secondo grado, ripetiamo, appena il 6 aprile scorso, aveva argomentato, che assessori e funzionari, tranne il ragioniere che redige i documenti contabili, non hanno responsabilità né competenza in materia, essendo esclusiva quella del consiglio comunale, che approva col voto i documenti predisposti dal ragioniere.

Per quanto sopra: la recente attività investigativa della Piemme, oltre che forse tardiva, ipotesi di reato che si può ritenere insussistente risalente, il più recente al 2011 – sarebbe prescritta – ulteriore danno per gli incolpevoli indagati, se rinviati a giudizio, prima della conclusione del primo grado – appare con ogni probabilità priva di fondamenti giuridici fortemente fondati.
Solo i consiglieri comunali avrebbero potuto essere oggetto d’indagine.

Ci sembra anche che l’imprimatur della Corte dei Conti e del Ministero al piano di riequilibrio, rendano più che surreali gli avvisi ai 20 indagati, che pur estranei e incolpevoli, chissà  per quanto tempo dovranno rimanere “appesi”, alle maglie della giustizia.

Oltre il danno le beffe, per le 20 vittime indagate. Infatti galvanizzati, da questa iniziativa della magistratura, sedicenti politici di lungo corso, col vessillo della legalità, furiosamente sventolante, organizzeranno, lunedì prossimo una conferenza stampa, per chiedere le dimissioni, da alte cariche istituzionali, di politici “compromessi” con l’amministrazione Scapagnini.

Un ultima riflessione, senza alcuna nota polemica, mi permetto di esprimere direttamente al Signor Procuratore della Repubblica.
Mi pare che – nel caso di conoscenza di presunte notizie di reato, l’azione Penale sia obbligatoria.

Lo scorso mese di giugno, ho presentato in Procura, un esposto con allegato un video che documentava la dazione di una tangente.

Il probabile corruttore, un imprenditore con appalti milionari con il comune, sembrerebbe sia defunto in Senegal a causa di una malattia. In Senegal l’intraprendente imprenditore, anche lì, deteneva con membri della famiglia altri affari.
La bara rientrata in Italia, già sigillata e subito tumulata, ha fatto sorgere, in taluni ambienti, di addetti ai lavori, forti sospetti circa la morte del probabile corruttore, che potrebbero essere fugati solo con la riesumazione della salma. Il probabile corruttore, prima della dipartita (provvidenziale?) era sotto indagine dei corpi di Polizia tranne quello della Forestale.

Il probabile corrotto, un funzionario del Comune in pensione da qualche anno, deceduto il mese scorso, dopo lunga malattia. Riposi in pace.

Riprendo un passo dell’articolo di ieri: “parte degli articoli, in copia, sono stati consegnati, personalmente dallo scrivente, alla segretaria del Signor Procuratore, Giovanni Salvi, e, freschi di stampa, inviati alla Corte dei Conti, alla Regione, all’Autorità Nazionale Anti Corruzione, alla Procura generale della Repubblica.

Di seguito una sintetica carrellata in ordine temporale delle violazioni di legge dell’amministrazione Bianco.

Addetto stampa Giuseppe Lazzaro “Gas” Danzuso, così definito perché pur lavorando per Palazzo degli Elefanti (e non potrebbe) è profumatamente pagato, 60 mila euro all’anno, dalla partecipata Asec Trade.

Proroghe illegittime per centinaia di migliaia di euro di un appalto (Puntese Diesel) della direzione Ecologia e Ambiente. Lampante responsabilità del dirigente del settore.

Conferimento incarichi di esperto del sindaco all’ex litografo Giuseppe Idonea, senza avere lo stesso i requisiti previsti dalla normativa.

Illegittima convenzione con le ditte che gestiscono gli impianti pubblicitari, con danno erariale per centinaia di migliaia di euro, per le casse del Comune.

Capo di gabinetto del sindaco, dottor Rosso, mendace, reticente e senza i requisiti di legge per occupare il posto.

Incapacità professionale accertata del segretario e direttore, nonché responsabile Anticorruzione, dottoressa Liotta.

Commissione giudicatrice di concorso illegittima nei due terzi dei componenti.”


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