Politica&Referendum: alla festa del Pd dilaga il No. Villari conferma: “Voterò No”. Palazzo: “La riforma non mi convince”


Pubblicato il 04 Settembre 2016

di iena delle scelte di vita marco benanti

“Ok, voterò no. E a giorni ufficializzero’ la mia posizione. ” È un Angelo Villari poco “mimetico” quello che ieri sera girava sulla collinetta di Villa Bellini, una sorta di dependance della Festa nazionale del Pd, “il rifugio dei reprobi” lo ha definito qualcuno. Al solito, Villari fa il Villari: dispensa pacche e saluti ai fedelissimi che schizzano, storditi e annoiati, fuori dal tendone che ospita il dibattito con Cesare Damiano. “Però…” aggiunge l’assessore al welfare colto da un rigurgito doroteo “… Però rispetto chi vota Sì”. E ci sta.

Più in là, Francesco Laudani, numero due del Pd catanese e responsabile organizzazione del partito, si fa largo tra i fumi avvolgenti che provengono dal gazebo dei giovani democratici, assieme al puzzo di polpette di cavallo bruciacchiate. “Cosa voto? Chi mi conosce lo sa” dice Laudani. Criptico. Poi si allarga “Il Sì? Non credo”.

Ma allora vota No? “Ripeto, chi mi conosce lo sa”. Praticamente è No. Poi c’è il giovane militante, sembra uscito da un quadro di Van Gogh: cartellino della festa al collo, beve malinconicamente una birra poggiato su tavolo di legno precario che di lì a poco effettivamente cederà. “Non posso dire cosa voto, non posso”. E perché? “Perché mi espellono. D’accordo voto no. Ma non lo dite sennò mi espellono. Non è che stai registrando vero?” È terrorizzato, scruta il cellulare del cronista. Poi si allontana verso il cineforum e sparisce nel nulla. Un thriller. Altri militanti si aggirano sperduti sulla collinetta dei reprobi.

Stessa storia: No. Incontriamo Adele Palazzo, segretaria del circolo centro storico del Pd. E’ appena tornata da una vacanza che ha il sapore dell’autoesilio. E’ assieme a Davide Ruffino, consigliere della prima municipalità, con cui condivide l’incertezza della fase e mezzo panino con la porchetta di Ariccia: “a giorni” si apre Palazzo “diro’ come la penso sul referendum. Ho letto la riforma. Non mi convince ma ho bisogno di articolare le mie ragioni e presto le renderò pubbliche”. Insomma, cronaca di un No annunciato. Un No come tanti che in queste sere di fine estate, in questa “serata della porchetta”, si riversano sul piazzale centrale della villa, tra stand deserti e dibattiti “al napalm”.

Se il referendum dovesse tenersi oggi alla villa Bellini, il Sì soccomberebbe sotto una valanga di No.


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