Sport&Grandi Uomini, volo libero: mille lanterne per ricordare Angelo D’Arrigo


Pubblicato il 24 Marzo 2016

Al tramonto del 26 marzo centinaia di lanterne si alzeranno in volo da tutte le montagne che conobbero le imprese di Angelo D’Arrigo, a partire dall’Etna a due passi da casa sua, fino all’Everest ed all’Aconcagua.
D’Arrigo, nato a Catania e cresciuto a Parigi, fu pilota di deltaplano e di parapendio, mezzi con i quali si pratica il volo libero, cioè senza motore, ma apprese anche a pilotare il deltaplano a motore. Stabilì diversi record e vinse titoli mondiali.

Fu un pilota particolare, curioso, attratto più dalla lotta per il superamento dei propri limiti, che non dalla competizione. In un suo libro si legge: “Spingendo quotidianamente i nostri limiti, riusciamo, a piccoli passi, a superare le paure che ci vietano il possesso della nostra esistenza.”
Così, rientrato adulto a Catania, si mise in cielo per mettere in pratica i suoi principi, ma non fu un percorso facile. Racconta in un libro di momenti tristi, come l’incidente nel corso di una gara e la prigione di Gheddafi dove fu rinchiuso per aver violato lo spazio aereo libico durante una traversata dalla Sicilia al Cairo in deltamotore.
Amò i rapaci, i grandi veleggiatori ed il loro volo istintivo sui quali compì approfondite ricerche. Condusse una nidiata di gru siberiane dal Circolo Polare Artico al mar Caspio, reintrodusse specie a rischio estinzione nell’Himalaya e in Sud America, aquile e condor allevati, “imprintati”, da lui stesso.
Nella galleria del vento studiò il primo deltaplano della storia, la “Piuma” di Leonardo. Percorse il Sahara ed attraversò il Canale di Sicilia, sfiorò la vetta dell’Everest e volò fino a 9000 metri di quota sopra l’Aconcagua. Mezzo preferito per le sue maggiori imprese il deltaplano senza motore, un’ala che si regge in aria sfruttando le correnti ascensionali.
Poi il fatale 26 marzo 2006 a Comiso. Angelo s’imbarca come passeggero su un piccolo aereo con un pilota esperto ai comandi. Dopo alcune evoluzioni acrobatiche il velivolo si schianta al suolo. Aveva 45 anni ed ancora tanto da dare al mondo del volo libero. 
Nel decimo anno dalla scomparsa, sul vulcano siciliano teatro delle prime imprese di Angelo D’Arrigo, nella zona dei monti Silvestri, gli sarà dedicata una scultura in pietra lavica, opera dell’artista Luca Zuppelli. La cerimonia è stata voluta dalla Fondazione Angelo D’Arrigo che ha coinvolto il Parco e la Funivia dell’Etna, l’area metropolitana di Catania ed il comune di Nicolosi che ospiterà il monumento. Ci saranno amici, parenti, autorità, la moglie Laura Mancuso, il figlio Gabriele e decine di associazioni culturali, sportive e d’ambientalisti a ricordare il campione. Ci saranno migliaia di lanterne nei cieli di tutto il mondo.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento

Altre Notizie

1 min

iena senza tonaca. Ma cos’è accaduto l’ 8 dicembre scorso in un luogo sacro della città di Catania. Sono giorni controversi quelli che sta vivendo l’Arcidiocesi catanese: ultima “ciliegina” quella di queste ore, con un servizio giornalistico in cui è emerso che i fedeli di Sant’Agata possono anche vedersi invitare al pagamento di una sorta […]

2 min

di iena culturale Una pizza con gli amici, un film in tv o al cinema… oppure una serata a teatro per uno spettacolo omaggio a Frank Sinatra per i suoi 110 anni dalla nascita? The voice è un mio idolo da sempre. Non potevo mancare a questo appuntamento. Niente pizza. Niente cinema. Si va al teatro […]

2 min

Lettera del dott. Franco Vinci. Il quotidiano nazionale nell’edizione del 13 Dicembre affronta il tema della fattibilità del Ponte dello stretto, richiedendo pareri ad autorevolissimi esperti,anche di differente matrice, per fornire al lettore una visione del problema , non offuscata da preconcetti partitici o ideologici, che rappresenti , finalmente, una sintesi affidabile.Una giurista del calibro […]