Caro bollette, carburanti e prodotti, i sindacati lanciano l’allarme e chiedono un incontro al Prefetto. “A Catania grave rischio di licenziamenti e tensioni sociali. Servono controlli sui prezzi”


Pubblicato il 11 Marzo 2022

I segretari territoriali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Catania, esprimendo il sentimento anche delle federazioni provinciali di categoria, hanno inviato questa mattina una lettera al Prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi per chiedere un incontro urgente sulla delicata questione del rincaro dei costi per l’energia, per il carburante e l’indiscriminato aumento esponenziale dei prezzi al dettaglio. Un accorato appello, quello a firma di Carmelo De Caudo, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci, che non nasconde la fortissima preoccupazione per il pericolo di perdita progressiva dei livelli occupazionali e di una possibile allarmante criticità per la tenuta economica e sociale dell’intero territorio metropolitano.
“Abbiamo la percezione che la situazione possa sfuggire di mano in breve tempo – dicono i sindacalisti – rischiando di provocare presto anche serie problematiche per l’ordine pubblico. E’ un timore reale, non vorremmo di certo soffiare sul fuoco, ma le notizie che giungono da più parti di imprese in seria difficoltà e famiglie giunte allo stremo, ci fa riflettere sull’impellenza di confrontarci sul da farsi in un apposito tavolo di crisi con le istituzioni competenti. Qualche azienda ha dovuto rallentare, ricorrendo agli ammortizzatori sociali, con la prospettiva di fermarsi totalmente. Altre piccole imprese, nel silenzio generale, hanno già chiuso o stanno pensando di abbassare definitivamente la saracinesca. Tutte asfissiate dal raddoppio (se non triplicazione) dei costi di luce e gas e dal notevole aumento del prezzo dei carburanti e delle materie prime. Stesso disagio che stanno provando i lavoratori e le famiglie (che non si sono visti aumentare gli introiti), che stanno ricevendo bollette gonfiate e si trovano a dover acquistare prodotti con un rincaro anche del 100% – fanno notare De Caudo, Attanasio, Meli e Musumeci. Si sta per creare una spirale in cui diventerà sempre più difficile vendere e comprare, causando un impoverimento generale dove i veri poveri verranno raggiunti da una notevole sacca di nuova povertà. Questo, ovviamente, a vantaggio della criminalità organizzata, ma anche a danno della sicurezza di tutti per via dell’incremento della microcriminalità. La disperazione potrebbe anche portare tanti soggetti su strade che, fino ad oggi, mai avrebbero pensato di percorrere – tuonano i segretari.
Chiediamo quindi tempestive contromisure, anche tramite l’aumento dei controlli previsti dalla Legge, soprattutto contro chi con la scusa della guerra tra Russia e Ucraina sta tentando di speculare sulla pelle dei lavoratori. C’è infatti un ingiustificato, indiscriminato ed incontrollato aumento dei prezzi anche su prodotti che non c’entrano nulla con il conflitto purtroppo in corsa. Questo è un vero e proprio atto criminale che va perseguito! E non bisogna dimenticare anche le difficoltà che stanno vivendo gli enti comunali, già massacrati dalla pandemia e dalla crisi economica, che a breve lamenteranno una contrazione delle entrate visto che molti utenti non potranno riuscire ad assolvere agli obblighi tributari. Con la conseguenza che a risentirne di questa condizione saranno i servizi pubblici essenziali (si pensi alla raccolta dei rifiuti ed al trasporto pubblico locale). E’ il momento di fare fronte comune – concludono gli esponenti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – e per questo ci affidiamo alla sensibilità del Prefetto, confidando in un suo celere ed autorevole intervento.”
 
 

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