Cosa c’entra l’Italia con la guerra in Ucraina?


Pubblicato il 04 Febbraio 2023

Appunti e pensieri sul conflitto che infiamma l’Europa.

La Russia è un impero con un grande futuro dietro le spalle. Questo è il punto di partenza di ogni ragionamento. Non esiste la potenza mondiale russa. Ha grandi risorse nel sottosuolo, l’arsenale nucleare è il maggiore del mondo, ma ci sono una serie di ma.

La Russia è governata da una costituzione che è stata democratica, a modo suo, per molto poco. Putin l’ha trasformata nuovamente in un sistema autoritario senza libertà politica. Il controllo sul sistema politico, amministrativo, giudiziario è ferreo. Se qualcosa sfugge, quel qualcosa, in genere un ex sodale o un giornalista, muore per mano e scelta del regime. Il regime risponde a Putin. Putin, come insegna l’ideologia hegeliana incarna il popolo russo. Almeno, finché riuscirà a mentire in modo credibile e soprattutto impietoso e spregiudicato. La Russia si regge sulla volontà del dittatore e sulla corruzione.

Quindi il primo appunto: La corruzione con la guerra è rimasta sospesa o prosegue indisturbata, anzi in modo ancora più famelico, considerate le perdite a carico degli oligarchi in conseguenza delle sanzioni internazionali?

Le grandi risorse del sottosuolo russo sono mal gestite. L’estrazione degli idrocarburi è affidata a tecnologia occidentale e a trasporto che ha come terminale la ricca Europa. Non solo il costo di estrazione è alto, ma il prodotto non può raggiungere altri mercati di sbocco. Le vendite a Russia, ma soprattutto India, per quantità sono aumentate molto, ma a prezzi sotto costo. In sostanza, più la Russia vende a India e Cina, più perde soldi. In sostanza, non solo le esportazioni si sono ridotte di cento miliardi, nel settore idrocarburi, ma il fatturato nasconde perdite e non profitti.

Il secondo appunto: la Russia ha cominciato a indebitarsi per una quota importante del proprio Prodotto Interno Lordo. Questo significa che in pochi anni si troverà ad avere una moneta con scarso valore, inflazione e alto debito.

L’arsenale nucleare è immenso, per un Paese di centocinquanta milioni di persone e il prodotto lordo della Spagna. Gestirlo, manutenerlo, farlo funzionare in caso di bisogno è complicato. Il sospetto è che molta parte di quell’arsenale non funzioni proprio più. Una quota sarà sicuramente efficiente ed è sufficiente per distruggere almeno mezzo mondo. Il punto è: i generali russi pensano che la Russia di oggi possa vincere uno scontro contro il resto del mondo? I militari hanno mille difetti, ma passano le loro giornate a domandarsi se hanno abbastanza uomini, armi, risorse, linee di comunicazione e trasporti per vincere uno scontro reale o teorico. I politici possono far finta che tutto vada bene, ma i militari sanno come stanno le cose, perché combattono sul campo, in questo caso, e sanno che a fronte di quel che serve per una guerra ‘alla russa’ non hanno nemmeno la metà del necessario, a cominciare da truppe addestrate.

Terzo appunto: forse le armi nucleari ci sono, ma per usarle serve preparazione e l’occidente ha le sue contromisure. Inoltre, i militari russi sanno che lanciare anche solo una bomba atomica segnerebbe la loro fine. Difficile trovare dei martiri in un sistema molto corrotto.

L’esercito che tutti noi pensavamo fosse sterminato per uomini e mezzi, ha pochi uomini e mezzi inaffidabili, per quanto sulla carta i russi abbiano sistemi d’arma equivalenti a quelli occidentali. Tra la carta e la realtà ci sono una lunga serie di sconfitte in Ucraina. Queste sconfitte spiegano bene che la potenza russa è zoppa. Per contro, l’Ucraina è stata costretta alla guerra dai russi che hanno evidentemente creduto alle loro bugie, con la sola eccezione della governatrice della Banca centrale Russa, la signora Nabiullina, ma ha cominciato la guerra con 350 carri armati efficienti e ne avrà più di cinquecento nella prossima primavera. Ha cominciato la guerra con un centinaio di aerei da combattimento e tornerà a schierare in primavera cento aerei, dei quali la metà di quarta generazione, se non di quarta generazione e mezzo. Che funzionano bene, mentre i Mig e i Sukhoi cadono, non solo a causa della contraerea ucraina.

Quarto appunto: i russi sanno di non poter vincere la guerra convenzionale contro l’Ucraina. Cercano quindi di far costare tantissimo la loro aggressione, nella speranza che il nemico non voglia più pagare prezzi alti, nell’attesa di vincere. Improbabile. 

Cosa c’entra l’Europa con la guerra russa all’Ucraina? Questo è il tema che ci interessa maggiormente. Per rispondere a questa domanda bisogna capire che la strategia russa è la stessa da secoli. La Russia crea un incudine, in un’area che le interessa, e poi mette insieme un martello, in modo da battere tutto quello che c’è in mezzo. Prima crea un’exclave, con qualche scusa, poi chiede, in nome di diritti storici inventati di sana pianta, di riconoscere il dato di fatto. In questo modo, la Russia è diventata un Paese che ha un’estensione doppia della Cina, ma con un decimo della popolazione. Le incudini che i russi hanno costruito sono tante, negli ultimi vent’anni. L’Ucraina si è trovata con due incudini, per esempio: da una parte la transnistria, dall’altro la Crimea. Il colpo di martello è partito dal Donbass creato a tavolino come zona contesa grazie a un’opera di mistificazione che ha sicuramente prodotto l’invidia di Goebbels. Fatto sta che i russi, certi della corruzione ucraina e della sproporzione di forze tra i due Paesi, hanno dato il via all’aggressione militare, salvo poi scoprire che gli ucraini combattono meglio dei russi, anche con meno risorse. Ora attendiamo tutti la prossima primavera per sapere cosa accadrà nell’Ucraina meridionale e orientale. Ma nel frattempo, dobbiamo guardare dove sono posizionate le altre incudini. Una è in Libia. Un’altra è in Centrafrica. UN’altra ancora è in Siria, sul mar Mediterraneo. C’è un’altra incudine ancora in preparazione ed è in quell’area balcanica che accomuna Ungheria e Serbia, soprattutto. Sono già tre i tentativi di sobillare i serbi per riaprire il conflitto nel loro sud e addirittura contro la Bosnia. Se ipotizziamo un martello in Ucraina-Transnistria, ci ritroviamo l’influenza russa direttamente nel mar Adriatico. Senza dimenticare le presenze nel mare siriano, quello libico e il tentativo di aprire una base in Algeria. Nella tecnica di incudine e martello troviamo l’interesse europeo in questa guerra, per quel che riguarda il meridione, che a noi interessa di più. Se l’Ucraina dovesse essere sconfitta, l’Italia sarebbe in mezzo tra l’incudine libica e il martello serbo, molto presto, se la Russia fosse davvero una superpotenza.

Quinto appunto: la guerra in Ucraina è solo la premessa alla guerra che ci interesserà direttamente. Forse conviene a tutti tenerla lontana e, se possibile, sgombrare tanto le incudini che i martelli.

In questi appunti non abbiamo mai scritto una parola accorata per i diritti umani. Le donne, gli uomini, i bambini ucraini sono stati uccisi, deportati stuprati, torturati per un disegno di potenza elaborato da una ex potenza in rapido declino. I russi hanno anche dimostrato che la loro propaganda è allo stesso tempo sessista, pseudo religiosa, razzista. Hanno usato sistematicamente le esecuzioni sommarie, gli omicidi, le deportazioni. Parlano di nazismo europeo quando applicano in modo sistematico le tecniche di distruzione che furono usate per secoli nella Russia zarista e poi dall’impero sovietico. Quelle tecniche furono applicate anche dai turchi, nella distruzione del popolo armeno, e dai tedeschi per sterminare gli ebrei. Questo è un tema fondamentale, ma lo abbiamo tenuto separato dall’analisi economica e militare perché coloro che parlano di geopolitica dicono che religione e valori servono a poco per capire ‘gli elementi di fondo’ delle guerre. La verità è che questa è un’altra affermazione falsa. Un’analista di un importante istituto, Nona Mikhelidze ha soavemente e fermamente spiegato più volte che questa pseudoscienza chiamata geopolitica non esiste. In effetti, è falso che la guerra tra Ucraina e Russia abbia motivazioni esclusivamente economiche e strategiche. Fosse vero, i russi avrebbero ‘comprato’ quel che desideravano e gli ucraini avrebbero ‘venduto’ quel che sarebbe stato necessario. La verità è che la guerra in Ucraina è motivata da visioni del mondo, ovvero culture. I russi si sentono i padroni del mondo, a cominciare dal mondo slavo, e si sentono bianchi, superiori, investiti dal diritto divino di guidare l’Europa. Gli ucraini al contrario, più che alle ricchezze del loro Paese pensano alle loro case, alla loro integrità fisica, alla libertà, che hanno scoperto essere un valore fondamentale. I russi hanno provato ad usare anche la religione per motivare le loro truppe e il loro popolo, avanzando l’idea che il nemico è satana. Molto poco geopolitico come atteggiamento. La verità è che questo conflitto nasce per il calcolo sbagliato dei russi che ritenevano di essere invincibili, per la pretesa russa di essere razza superiore, e per la strenua volontà di difesa di un popolo che è stato costretto a lottare per una libertà della quale fino a prima dell’invasione si facevano beffe.

Ultimo appunto: dobbiamo imparare che la nostra cultura è in pericolo. Se i russi vincessero, saremmo in pericolo gravissimo. Ecco perché dobbiamo sostenere il popolo ucraino: la nostra civiltà mediterranea, se la Russia esportasse la propria impostazione vicino a noi, ci vorrebbe vedere schiavi. Giusto combattere per la libertà. E senza risparmiarci.

Claudio Mec Melchiorre


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