Economia catanese, andamento commercio: Confcommercio fa il bilancio di un 2014 a tinte grigie


Pubblicato il 31 Dicembre 2014

E sui saldi aggiunge: “I commercianti devono prendere atto che si sta aprendo un nuovo quadro normativo in materia di vendite promozionali, occorre adeguarsi”

“Un Natale a tinte grigie ed un 2014 decisamente negativo” è il commento lapidario sull’andamento del settore commercio che esce fuori da via Mandrà, sede storica dell’associazione commercianti di Catania. Una guerra tra poveri che ha visto sia gli esercenti della città che quelli dei centri commerciali dover fare i conti con un altro anno contraddistinto da un calo dei consumi mediamente del 5%.
“Il clima di fiducia della gente – spiega Francesco Sorbello vice direttore provinciale di Confcommercio Catania – è da tempo sotto le scarpe: nel nostro territorio pesano le molte vertenze locali aperte, le incertezze nazionali, il crollo delle imprese e la disoccupazione galoppante, specie tra la fascia con la maggiore propensione ai consumi, i giovani, per i quali si registra un livello di disoccupazione da brividi. A soffrire maggiormente il settore della moda, ma non sono andati bene neanche tessile casa ed articoli sportivi, tecnologia. Abbiamo notato anche uno scontrino medio più basso nel settore alimentare, indicatore della crisi e della sfiducia persistente”.
Neanche le festività di fine anno, attese nel passato come una manna, sono riuscite a far quadrare il bilancio annuale dei negozi.
“L’effetto Natale – afferma Sorbello – oramai da alcuni anni si manifesta solo negli ultimi setto – otto giorni: troppo pochi per coprire una anno negativo. E per dire la verità hanno lavorato bene solo quelle attività che hanno pubblicizzato, utilizzando la tecnologia, gli sconti. Un tempo a dicembre nessuno, o in pochissimi, pensava a vendere con ribassi, quest’anno addirittura molte attività hanno fatto il 30 e 40% di sconto, percentuale proprie da saldi di fine stagione. Questo fatto deve far riflettere tutti, ad iniziare dagli stessi commercianti. Bisognerà organizzare gli assortimenti anche in funzione di una sorta di liberalizzazione delle vendite promozionali che è oramai sotto gli occhi di tutti ed è ingovernabile. Infatti non ci risulta che nessuno sia stato multato per aver pubblicizzato gli sconti, sicché occorre che le politiche commerciali dei singoli esercenti siano orientate a considerare la vendita promozionale come uno strumento da utilizzare in modo strutturato tutto l’anno”.
Tra pochi giorni, il 3 gennaio per la precisione, prenderanno il via ufficialmente i saldi di fine stagione che rappresentano un altro momento fondamentale per negozianti e consumatori.
“Parlare di saldi di fine stagione – continua Sorbello – appare in linea generale quasi anacronistico. Esse non sono altro che una vendita promozionale. Un tempo era finalizzata a dismettere le scorte di magazzino con un ribasso del prezzo di vendita. Oggi lo sconto viene effettuato tutto l’anno e persino a dicembre, anche a ridosso del Natale. Quindi si tratta di una prosecuzione di degli sconti, con percentuali però più alte. Nei negozi che però non hanno effettuato sconti a dicembre i saldi di fine stagione saranno una gran bella occasione per acquistare i capi di moda desiderati. Tutti i commercianti devono prendere atto che si sta aprendo un nuovo scenario normativo in materia di vendite promozionali, come in altre regioni, che imporrà nuove tecniche e strategie di vendita. Bisogna entrare subito in questa nuova prospettiva ed in questo passaggio e anche i produttori dovranno fare la loro parte”.

 


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