“MafiaValley”: fra poco il corteo. Chi resta a casa, non si lamenti domani


Pubblicato il 30 Gennaio 2016

ecco, in serie, alcune delle adesioni

Rifondazione Comunista:

“Il 30 GENNAIO CATANIA IN PIAZZA CONTRO IL SISTEMA DI POTERE DELLA BORGHESIA MAFIOSA

L’arresto dei titolari della Tecnis, le vicende giudiziarie di Ciancio, legate soprattutto alle scelte urbanistiche sui suoi terreni e agli affari che ne sono conseguiti con imprese coinvolte in inchieste per mafia, gli intrecci che legano i governi della città e della regione, come è dato vedere dalla pubblica difesa di Montante e dei vertici di Confindustria Sicilia da parte di Bianco e Crocetta, acclarano una condizione già pagata dai cittadici a caro prezzo. Ancora una volta si esplicita la piena continuità – con Cuffaro, R. Lombardo, Scapagnini, Stancanelli – dell’asservimento dell’interesse generale  ai comitati d’affari, dai fasti di Drago e della realizzazione di Corso Sicilia, alle grandi opere degli anni ottanta e novanta dei cavalieri dell’Apocalisse, per arrivare allo scempio di Piazza Europa, consegnata a Virlinzi, passando dalla devastazione del Porto e dalla variante del Pua di cementificazione della Plaia.

Mentre, ancora 45 anni dopo la denuncia del Presidente del Tribunale dei minori G. Scidà, le periferie sono  carenti di servizi e spazi pubblici fondamentali, il centro storico, a partire dal vecchio San Berillo di Goliarda Sapienza, è oggetto di mire speculative, non protetto da un  piano qualificato di risanamento ambientale e conservativo, gli edifici scolastici sono privi di interventi di messa in sicurezza, e la cultura è ridicolizzata dagli accordi  con i gestori della discoteca Empire.

In un contesto di difficoltà segnato dalle politiche liberiste del Pd e del governo Renzi, con i tagli ai trasferimenti delle risorse finanziarie agli enti locali, Bianco, oltre ad assecondare gli appetiti famelici della grande imprenditoria etnea e siciliana, più assistita che produttiva, vende fumo e ripropone un progetto privo di prospettive: da una parte fa di Catania, con Frontex, il baluardo di chiusura delle frontiere ai migranti, e con esse ad una cooperazione economica e culturale con i paesi del Mediterraneo, dall’altra parte rilancia, con il distretto del Sud Est, un modello economico disomogeneo e conflittuale con gli altri territori siciliani, sostenuto da un blocco neocorporativo, con dentro i vertici confederali, funzionale ai potentati piuttosto che alle popolazioni.

La vicinanza di alcuni consiglieri comunali alla criminalità mafiosa è il segno degenerativo di una subalternità delle istituzioni al dominio della borghesia mafiosa. La partita si gioca,senza scorciatoie propagandistiche ed elettoralistiche, sul controllo dal basso, come abbiamo fatto sulla variante Pua, sulle proposte programmatiche,  sulla denuncia della illegalità, sulle pratiche di antimafia sociale, sulla capacità di costruire nel conflitto una sinistra alternativa unita e di governo, piuttosto che sull’ambiguità di un civismo trasversale e trasformista o su un generico populismo anticasta destinato ad infrangersi sugli scogli delle contraddizioni tra ambiente e lavoro come è successo a Gela con l’Eni.

Occorre sapere che, al di là dei nomi, occorre battere e combattere il Pd, alfiere delle politiche liberiste  in Italia, con la sua eversione alla Costitu- zione, la sua trasformazione in partito della nazione, la sua mutazione genetica in partito di potere conquistato dalle bande democristiane, le sue appendici massoniche e mafiose. A Catania, a Palermo, a Roma, in Toscana, a Milano.

Mimmo Cosentino

Segretario Regionale

RIFONDAZIONE COMUNISTA SICILIA.”

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Da Sel:

I fatti di cronaca che in questi giorni hanno nuovamente portato sotto i riflettori i rapporti tra mondo della politica cittadina ed ambienti vicini alle cosche criminali che da anni governo l’economia illecita della città di Catania, hanno reso necessaria una mobilitazione unitaria di tutte le forze della sinistra che riconoscono nella lotta alla mafia – ed hai rapporti tra mafia e politica – uno degli elementi fondanti della propria azione politica. 

 I punti di preoccupazione illustrati dalla commissione Antimafia regionale alla Procura della Repubblica e resi noti dalla stampa cittadina, i rapporti poco chiari tra importanti settori dell’imprenditoria e gli appetiti dei clan in alcuni dei più importanti progetti urbanistici catanesi (il PUA e le opere del Porto di Catania su tutti), e l’incapacità di questa amministrazione di eliminare le ombre ed i dubbi che investono il consiglio comunale di Catania, ci portano ad aderire con convinzione al corteo cittadino “FUORI la MAFIA dal COMUNE” indetto Sabato 30 gennaio 2016, con partenza dalla Villa Bellini – Via Etnea, alle ore 17,30

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FUORI la MAFIA dai PALAZZI.
Commissioni Antimafia, intercettazioni, inchieste giudiziarie hanno coinvolto politici e imprenditori e hanno accertato la penetrazione della mafia nel Palazzo Comunale di Catania. Questa classe dirigente ha perso ogni credibilità e non ha la legittimazione per continuare ad amministrare.
Il Municipio è patrimonio della comunità: chi lo amministra per conto di qualche imprenditore o cosche mafiose deve andarsene.

FUORI la MAFIA dai QUARTIERI.
I quartieri popolari di Catania vivono sotto il ricatto della criminalità organizzata. La mafia, nella colpevole assenza dello Stato, può comprare la dignità delle persone e rivenderne il voto. Per liberare i quartieri dalla mafia servono lavoro, scuole, case, e servizi sociali.

FUORI la MAFIA dalla CITTÀ.
La mafia fa affari per centinaia di milioni a danno dell’intera città e del bene collettivo. Le Istituzioni hanno confermato l’infiltrazione mafiosa nel progetto di devastazione della Playa, PUA, nelle attività del Porto, nella gestione dei rifiuti, negli appalti pubblici, nei centri commerciali, nella gestione di alcuni locali notturni e in alcuni eventi culturali della città. Tocca alle catanesi e ai catanesi riprendersi la città, sottrarla al controllo mafioso e riconquistare la speranza. Fuori la mafia da Catania!

CORTEO CITTADINO
Sabato 30 gennaio 2016
Villa Bellini – Via Etnea
Ore 17,30.”

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Arci:

Il Comitato Territoriale Arci Catania aderisce al corteo cittadino Fuori La Mafia dal Comune.

Sosterremo senza compromessi la reazione pubblica di fronte all’incresciosa vicenda in cui precipitano le istituzioni cittadine. Sappiamo bene che le audizioni dei consiglieri comunali presso le Commissioni antimafia regionale e nazionale non equivalgono ad una condanna giudiziaria, ma siamo altrettanto consapevoli che l’intera vicenda ammanta di tetro tutti i meccanismi della democrazia.

Quello che accade nella città di Pippo Fava non merita l’ulteriore silenzio colpevole di chi tace per paura o, peggio, per becero calcolo politico. Le infiltrazioni mafiose sono il sottoprodotto culturale di una politica svilita nel suo ruolo e sempre più protesa all’interesse privato.

Riteniamo indispensabile tematizzare pubblicamente la questione, denunciando il degrado culturale figlio della miseria imposta al Sud ed ai suoi quartieri. Per questo, giorno 30 Gennaio marceremo per dire pubblicamente che, oltre i vuoti slogan legalitari, il contrasto alla mafia ed ai suoi padroni passa per il libero esercizio dei valori democratici e per un necessario intervento pubblico credibile e popolare contro emarginazione e miseria.

Marceremo perché il silenzio dello Stato di fronte alla questione risulta assordante e indegno. Marceremo per chiedere ancora una volta che di mafia si parli con sincera indignazione e non con calcolata rassegnazione.

Arci Comitato Territoriale Catania.

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ASSOCIAZIONE OFFICINE SICILIANE:

Comunicato stampa

Anche Officine Siciliane  sosterrà la manifestazione del 30 gennaio  “Catania libera dalle mafie”, che non ha colori, ma soltanto una bandiera, quella sotto la quale si riconosce chi ama davvero la città e desidera quella rinascita sempre promessa, mai realizzata.

E’ evidente che la città si è disamorata, che gli amici stanno defilandosi. Troppi gli errori, le gaffe e le ombre dell’Amministrazione della Città di Catania. Il giudizio dell’associazione OFFICINE SICILIANE è limpido, frutto dell’osservazione dei fatti, della valutazione di quanto avvenuto finora, senza pregiudizi, con la massima obiettività.  Per questo OFFICINE SICILIANE sabato 30 gennaio ci sarà, sosterrà la manifestazione “Catania libera dalle mafie”, che non ha colori, ma soltanto una bandiera, quella sotto la quale si riconosce chi ama davvero la città e desidera quella rinascita sempre promessa, mai realizzata.

Quanto avvenuto di recente è allarmante, pure grottesco. Il balbettio sulle infiltrazioni mafiose segnalate dalla commissione mostra la assoluta incapacità di assumere una iniziativa politica seria e coraggiosa. Trincerarsi dietro l’assenza di procedimenti giudiziari significa non aver capito – o non voler capire – che la questione è tutta politica. E che la risposta da dare è solo politica. Non un singolo amministratore della città ha avuto il coraggio di raccogliere la sfida e prospettare un salto di qualità.

Così Catania è perduta.

Perché anche sulla situazione finanziaria domina l’ambiguità, mentre i cittadini hanno bisogno di certezze per il presente, per il futuro.

OFFICINE SICILIANE dice basta ed invita la parte sana della città a sostenere chi non vuole girarsi dall’altra parte.

Officine Siciliane

Catania, 26 gennaio 2016.

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MEC: adesione al corteo antimafia di sabato pomeriggio.

Fugare ogni dubbio di infiltrazione o assumersi la responsabilità della connivenza.

 I consumatori parteciperanno al corteo di sabato pomeriggio contro la mafia. “Se si vuole combattere il malaffare e la illegalità diffusa, il Comune deve essere al disopra di ogni sospetto. Le accuse che sono arrivate dalle Commissioni regionale e nazionale antimafia, mettono sotto accusa l’amministrazione etnea.”

I consumatori parteciperanno al corteo e chiedono al Sindaco, al Presidente del Consiglio comunale e al Prefetto di fare chiarezza sulle accuse e propongono di stilare un protocollo condiviso sulla legalità e l’etica della spesa, sulla falsa riga di quanto previsto anche per le aziende.

“Le procedure sono standardizzate e interverrebbero anche per spese di minore entità. Questa sarebbe una possibile risposta che darebbe quanto meno un segnale forte sulle reali intenzioni di salvaguardare qualità e impatto della spesa comunale. Non fare nulla, sarebbe infatti inaccettabile e metterebbe Sindaco, Giunta, Consiglio nell’illegittimità concreta ad operare. Nessuno di noi vuole pagare tasse, tributi, contravvenzioni, se poi questi soldi venissero gestiti da interessi mafiosi, come farebbero capire le commissioni antimafia.”

I consumatori hanno poi chiarito che saranno i primi ad assicurare al Sindaco e alla Giunta la loro fiducia, se metteranno in campo azioni concrete che fughino qualsiasi dubbio.

In attesa, di questi chiarimenti i Consumatori chiedono a tutti i cittadini di partecipare alla manifestazione di sabato 30 gennaio che partirà da Villa Bellini: “Finché perdura il silenzio delle istituzioni, i cittadini devono chiedere con forza una risposta. La manifestazione è la domanda forte di legalità, ma soprattutto di un dialogo franco e trasparente.”.

 

 

 


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