Oggi, Corleone, in onore e memoria del martire Placido Rizzotto


Pubblicato il 24 Maggio 2012

Parole in omaggio di un grande siciliano….

di Domenico Stimolo

Sì, era proprio necessario andare oggi a Corleone, a sud di Palermo.Per partecipare ad un evento eccezionalmente unico nella storia repubblicana, in memoria ed onore di Placido Rizzotto, partigiano prima, durante la Lotta di Liberazione, e sindacalista, poi – segretario della Camera del Lavoro del paese -, postosi alla guida del riscatto secolare degli sfruttati di sempre, contadini, braccianti, ucciso trentaquattrenne, dalla mafia laida nel 48 del secolo scorso, schierata in difesa dei latifondisti.Un vero eroe popolare, impavido, e con la temerarietà del giusto.Il funerale di Stato, con la presenza del Presidente della Repubblica, è il riconoscimento massimo al suo sacrificio e alle lotte contadine che, maestose, attraversarono la Sicilia specie nel quinquennio successivo alla fine della guerra e della conquista della libertà; continuamente interrotte e crudelmente insanguinate dalle fucilate dei mafiosi in combutta con il potere padronale dei feudi che, nel lasciare incolte larghe aree dell’isola, cercavano ancora di tenere sotto il tallone le masse poverissime che sopravvivevano in grande povertà nelle immense zone rurali.Un vero e proprio corteo popolare, di migliaia di uomini e donne – tante le bandiere della Cgil, con Susanna Camusso e l’ex segretario Guglielmo Epifani -, ha attraversato il paese, dalla Chiesa Madre, dove si sono svolte le solenne esequie, accompagnando i resti di Placido al cimitero. “Frugali” nelle poche ossa ritrovate tre anni addietro in una cava – foiba attorno a Corleone, contenuti in una piccola cassetta bianca.Davanti alle porte del cimitero, tra i vari interventi, brilla la “lezione magistrale” di Don Ciotti di Libera, eccelso e commovente, un vero elogio alla “lezione di vita” dell’azione di Placido Rizzotto e alle lotte del riscatto, ai tanti martiri che, nel contrastare la mafia e i poteri di trama omicida ancora ufficialmente rimasti “oscuri”, nel sacrificare la propria vita hanno rinsaldato le basi della nostra giovane ed ancora incompiuta democrazia.

Domenico Stimolo


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