POLITICA “INCROCETTATA”: OTTENUTO L’AZZERAMENTO, LA SFIDA PER I CUPERLIANI E’ INTERROMPERE IL ROSARIO


Pubblicato il 10 Novembre 2014

Il Sorvegliato

 

Crocetta, politicamente, ha perso con i Cuperliani, Racitiani e contro-rivoluzionari… con quelli che erano pronti a votare la mozione di sfiducia alla bandierula Scilabra. Da lì comincia il “Saro III”. I compagni che fanno quadrato attorno al segretario, però, non hanno ancora vinto. Oggi il cantar vittoria avrebbe lo stesso suono del bue che dà del cornuto all’asino e per il momento Saro ha solo abbassato le corna. E manco tutte e due. La formazione resta ancora in mano al governatore. La dirigente Corsello è al suo posto, più che un eminenza grigia è il carosello della rivoluzione. Del resto oggi è donna sua, e anche per più di un po’ di Lumia.

Chi ha orecchie da intendere intenda.

 Per volontà di casta, intanto, il centro-destra è latitante.

 Ricordiamo, per dovere di cronaca, i tweet di Antonello Cracolici e le denuncie di Bruno Marziano e il Racitichi? In mezzo anche Faraone, venuto dalla Leopolda. L’amnesia selettiva, che nei rimpasti serpeggia, ha smemorizzto tutto quanto. E adesso, se davvero Raciti e compagni vogliono dare un senso alla legislatura –ad oggi la più dannosa della storia – rompano l’invenzione “dell’alibi perfetto” del canovaccio scritto da Saro e Peppe fatto di patenti antimafia date a destra, a manca e a convenienza, rigorosamente con la bolla di Confindustria. Interlocutore? Lo stomaco salottiero e puritano della Sicilianità.

Poi gli slogan delle lotte a clientele inesistenti… insomma l’invenzione – per carità, profondamente stilistica – della manciugghia, fatta di accuse, scuse,  versi e la prosa reiterata quasi fosse il Rosario prima della messa, o una penitenza dopo la confessione. D’accordo che la rivoluzione non è una cena di gala, ma che peccati hanno fatto, cari fratelli e cari sorelle, i lavoratori della formazione per subire questa macelleria sociale? Tanto poi è stata la voglia di giustizia che la Regione non s’è costituita parte civile né al processo Saffo e né al processo Genovese.

Quando finiva la critica, cominciava l’affondo anti-mafioso. Il Crocettismo delle chiacchiere e del distintivo. Basterebbe relegare al passato tutto questo per essere a metà dell’opera.

 Apprendiamo da altra stampa che Saro ha annunciato “grandi provvedimenti amministrativi”, trema l’Isola, ca casca u scecchu. “Clima disteso, ieri, all’Assemblea regionale del PD come non vedevo da anni … l’affermazione di una linea politica portata avanti da Raciti … non è questione di poltrone, ma di metodo e di impostazione” leggiamo, sorvegliando la pagina facebook di Enzo Napoli segretario provinciale del PD di Catania. Tutti felici e sereni e contenti, tranne Capodicasa che presidente della regione lo è stato, ma troppo novecentesco per avere appeal.

Hanno brindato le anime che un posto in assessorato hanno guadagnato. Con il tappo fresco di bottiglia –a scanso di malizia – avranno solo tappato un buco?

Il Crocetta ter è un governo politico dice qualcuno, ed è un governo tecnico dice qualche altro… c’è la politica e c’è l’alto profilo, dicono i dispensatori di bontà. Ma la prospettiva? Che idea hanno della Sicilia lor tecnici?

Ecco la sfida: dalla riforma delle province al piano giovani. Due anni da recuperare. Tradurre gli slogan in atti amministrativi, per parafrasare l’ultimo annuncio del presidente.

Se la maggioranza è davvero coesa che l’ARS riprenda seriamente e con continuità a lavorare.

Dalle parole…anzi dalle denuncie(!) ai fatti, chiede l’elettore al bancone del bar, desideroso di chiudere un occhio sul recente passato.

Chi ha deciso di fare mignolino mignoletto con Crocetta dimostri che il nuovo inizio è quello del fare e non è inciucio o la pillola per il “malpancismo”… altrimenti sarà un vivacchiare e arrivare a fine legislatura, mese dopo mese, che di questi tempi è un bel privilegio.

 


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