Politica italiana e siciliana, Catania: debutto del duo “Casini-Leanza”, il “nuovo che avanza”?


Pubblicato il 24 Luglio 2012

Giornata “di fuoco” con appuntamento a “Le Ciminiere”, dove i leader del “nuovo centro” –l’ennesimo “centro”- parlano e parlano ancora….Di Iena Grossa e Accaldata, Marco Benanti

“Mettiamo in moto la svolta”: così è scritto nella grande sala –colma di gente venuta da tutta la Sicilia- de “Le Ciminiere” di Catania. La “svolta” è “targata” Udc, con il leader nazionale Pierferdinando Casini che “accoglie” nientepopodimenoche Lino Leanza, arrivato dall’Mpa. Insomma, un duo che promette cambiamenti epocali. Udc più, in federazione, “famiglia, lavoro, solidarietà e articolo quattro”: davvero stupefacente. Suonino le trombe!Casini, abbronzatissimo, arriva all’incontro di oggi pomeriggio a Catania, con notevole ritardo. Cronisti in attesa, caldo cocente. Quando arriva, con Leanza, e gli altri leader dell’Udc siciliano, come Giampiero D’Alia, si trova in mezzo ad un “empasse” motoristico (come testimonia la foto che pubblichiamo), ne esce con uno “slalom gigante”: e affronta i giornalisti, stretti dalla polizia. Esordisce subito “Pierfurby”: “la priorità è fare la legge elettorale Io dico: chiudiamoci anche in una stanza finchè non usciamo con un accordo con la legge elettorale e sulla legge elettorale. Diamo ai cittadini la possibilità di scegliere il proprio parlamentare. Facciamolo rapidamente, facciamolo bene. Non serve andare in vacanza, non è la priorità, oggi la priorità è fareuna legge elettorale che rassicuri anche i mercati anche sulla volontà di tenere la sabilità economica”.La legge elettorale: questa la priorità che ribadisce ancora. Una legge che rassicuri i mercati? Ma non dovrebbe “rassicurare” la Costituzione, piuttosto? Comunque, niente ferie, si faccia… la legge, trovato l’inganno? Già perché sembrerebbe che la normativa ipotizzata sia nel senso di dare la possibilità di votare un partito, non un candidato. Insomma, siamo ancora al “gioco delle tre carte”? Vedremo. Intanto, Casini sulla possibile data delle elezioni nazionali “dribbla”: prima la legge. E poi si parli di programmi, di contenuti –dice il leader del vecchio e del nuovo centro.

In realtà, fonti romane confermano: Pdl e Udc vogliono allungare i tempi del voto. Troppi problemi, consenso in calo, altro che…E sull’incontro Monti-Lombardo di stamane? Il Casini-pensiero: “… fa finalmente chiarezza. Lo Stato interviene per pagare gli stipendi, se no non c’erano i soldi… Guardare avanti, significare guardare alle prossime elezioni che sono dietro l’angolo, noi siamo impegnati a costruire un’area politica seria, che dia stabilità, serietà, governo vero a questa regione”. Lombardo si allontana e Leanza si avvicina? “Non è una notizia” –risponde sorridendo Casini, che –dice- non vuole polemizzare con nessuno. Quindi, nessuna risposta sull’argomento riguardante le scelta “latinoamericana”- in una sorta di “Claudio Fava style” di un tempo- del magistrato Antonio Ingroia, che tanto appassiona, in particolare la “sinistra perbene”. E su chi candidare alle Regionali per la presidenza? “Abbiamo personalità autorevolissime che possono essere nostri candidati, prima di tutto c’è il programma”.Si va in sala (ma quanta nostalgia a non vedere Totò Cuffaro!) e davanti a Casini, a Francesco Musotto, al Rettore dell’Ateneo di Catania, Antonino Recca e a tanti altri, Lino Lenza fa un comizio di grande passione, ma anche di qualche “smemoratezza”: arrivano critiche, anche precise ed aspre, al governo Lombardo e alle scelte. Ma la domanda sorge spontanea subito: Leanza in questi anni è stato “alternativo” a Lombardo? Lino da Maletto racconta del suo travaglio dell’ultimo mese: “il più brutto della mia vita. Ho rivisto un film, in questo film mi sono rivisto insieme ai miei amici di sei, sette anni di lotte, di impegno politico, capendo perfettamente che abbiamo fatto sempre il nostro dovere”. Ma la scelta (o la scena?) fondamentale dei suoi è quellla della “libertà”. Quindi, è arrivata la “rottura”. Quella con Lombardo. Una scelta difficile per “uomo che non è per le rotture”. Lui ha sempre cercato di “unire le persone”. Come “we are the world, diamoci la mano”- si chiede il cronista.

No, Leanza fa metaforicamente riferimento a Coppi e Bartali che si passano la borraccia. Forse –aggiungiamo noi- fra Lino e Raffaele più che una borraccia cosa non è passato? Qualcuno maligna: alcune scelte politiche di Lombardo, in particolare nelle ultime amministrative di maggio, hanno fatto “esplodere” il rapporto , già talora fatto di “alti e bassi”.Leanza tocca le corde del sentimento: “abbiamo creduto ad un leader e a un partito. In questi due anni abbiamo subito umiliazioni, amarezze, disagi. Abbiamo capito che si era perso lo spirito iniziale e lo abbiamo detto in tutte le sedi, alla luce del Sole. Abbiamo rivendicato i congressi, le primarie, il merito, la partecipazione, la condivisione. E rivendicato pubblicamente che bisognava cambiare passo, che questa terra si poteva governare meglio di come è stata governata. Quando abbiamo capito che tutto questo non era possibile, ci siamo fermati. Con una consapevolezza: che voi ed io abbiamo la coscienza a posto”. Applausi. Che governo è stato quello di Lombardo? “Questo governo ha fatto delle cose importanti, ma soprattutto non ha fatto le cose che i cittadini speranzosi si attendevano e quindi abbiamo fatto la nostra scelta che è un percorso comune con l’Udc. Io chiedo a Casini di fare tanto per questa terra”. Ma dov’era Leanza in questi anni?Continua Leanza: “noi diciamo con convinzione sempre: i voti maledetti della mafia non li vogliamo. Meglio perdere le elezioni. Non si può vincere ad ogni costo”. Lino da Maletto sottolinea i temi sociali: povertà, disoccupazione, famiglia., solidarietà. Chiede l’applicazione dello statuto siciliano “Non tocchiamo il pane delle persone”- urla Leanza. Clap, clap, clap. Parlano D’Alia (di lotta alla criminalità organizzata, di codice etico, di uso dei fondi europei fra gli altri). Casini parla ancora di economia, fa un quadro internazionale, parla di rigore, ma non che diventi “macelleria sociale” (proprio così, nell’Italia “affossata” di oggi). Poi riparla di legge elettorale.

Ci chiediamo: un’ “ossessione” democratica? Finisce con una malalingua che ci dice: “di nuovo tutti al centro? Ma c’è ancora spazio?”

A freddo, il giornalista Antonio Condorelli si è lasciato scappare le seguenti parole: “mi sarei aspettato che ad accogliere Casini e i suoi fosse un tir di pomodori e uova avariate, opportunamente scagliate da agricoltori e manifestanti inferociti; invece, come è avvenuto nel caso di Gianfranco Miccichè, pupillo del presunto mafioso Marcello Dell’Utri, c’erano centinaia di sudditi col ‘cappello in mano’ che si sono esibiti in baciamano, salamalecchi, inginocchiandosi davanti a questi personaggi. Questo è il vero volto del ‘nuovo che avanza’ “.


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