CATANESE, PER NATALE FATTI PORTARE VIA IL PORTO. E RINGRAZIA LA “DESTRA SOCIALE”


Pubblicato il 17 Dicembre 2023

iena marco benanti.

CATANESE, PER NATALE FATTI PORTARE VIA IL PORTO. E RINGRAZIA LA “DESTRA SOCIALE”

Il centrodestra a trazione liberista mette sotto l’albo di Natale dei catanesi un bel “regalo”: la privatizzazione del porto. Il tutto grazie ad un bando da oltre 300 milioni: si potrebbe dire un mega affare? Un pezzo di città “appaltata” per 25 anni -proprio così 25 anni- al privato, a soggetti imprenditoriali palermitani. E’ tutto pronto. E già pare di risentire la solita aria: aria pesante per chi si mette o pensa solo di mettersi di traverso? Una privatizzazione che sembra riproporre non nuovi schemi: il “privato” (celebrato come la soluzione di ogni male) prende tutto o quasi, e il “pubblico” funge da “cavalier omaggiante”, penalizzato. In Italia questo tipo di modello è stato vissuto -con straordinari risultati che tanti sanno- dagli anni ’90. A proposito: le associazioni dei consumatori resteranno silenti?Insomma, un film già visto.

In questa “fiction” il catanese se ne fotte. Poi, è tempo di feste e il sindaco è alle prese con la sporcizia della città (con annesso gravi problemi con i condomini) e con il traffico caotico, due temi che rimbalzano dal video (l’appuntamento del venerdì a Telecolor) e fanno opinione. Del resto, l’orizzonte del catanese è questo. “Una città fondata sull’interesse privato” -scriveva Pippo Fava negli Anni Settanta e aggiungeva che quello catanese è “il popolo più cinico del mondo”.

Eppure, la città è al centro di operazioni immobiliari e di privatizzazione strisciante da tempo: al centro storico, dove l’azione -. in nome degli alloggi e dell’accoglienza studentesca(sic!)- dell’Università sta modificando un pezzo di città. In generale, dal centro storico, al Porto, all’aeroporto, non non tacere di Metropolitana e Ferrovia, gli assetti del nuovo “Potere catanese” sono sotto gli occhi di chi vuole vedere. Pochi o nessuno.

Insomma, non gliene frega niente a nessuno del Porto, a parte i 80 lavoratori che rischiano e che l’altra sera, nel corso del consiglio comunale, hanno circondato il sindaco. Lo hanno circondato per essere confortati: per adesso, pare che si siano sentiti dire che non accade nulla. O meglio per adesso non cambierebbe nulla. Cioè la mozione sul Porto, o meglio di critica sull’operazione, prima firmataria Serena Spoto (Mpa, “area Angelo Lombardo”) è passata, con una “frattura” nella maggioranza, in particolare con defezioni dentro Fratelli d’Italia.

Per una volta, il consiglio comunale ha avuto un ruolo da protagonista e non solo di fedele esecutore delle decisioni della giunta. Ma le “pressioni romane” si fanno sentire, eccome: il sindaco pare subirle. E quindi, martedì sera, ha abbozzato un discorso istituzionale, ricordando le limitate competenze del comune in tema di gestione portuale: peccato, che la gestione del territorio e della sua qualità ricada anche e soprattutto sull’amministrazione comunale. A proposito di gestione del territorio, il piano regolatore della città quando arriva?

Per fortuna -per così dire- accanto al sindaco, l’altra sera, c’era il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale Francesco Di Sarcina. Che ha fatto un discorso istituzionale anche lui, un discorso che avrebbe voluto rassicurare. Ma che probabilmente non ha rassicurato nessuno. Nemmeno coloro che sono arrivati da Augusta, porto che ricada nella gestione dell’Autorità catanese. Anche lì e ne parleremo presto ci sono polemiche e scontri da tempo su questo tema “infuocato”.

Anche perchè -emerge dal suo discorso- gli strumenti per salvare l’occupazione sono pochi. Come sapete tutti, del resto, la Costituzione sancisce (art. 4) il diritto al lavoro. E, come sapete tutti, questa “destra sociale”, come la “sinistra europea” hanno a cuore le sorti dei lavoratori (in Italia stipendi aumentati dell’ 1% dal 1991, fonte Corriere della Sera).

Ma, per fortuna (qualcuno dice che sia la solita manovra autonomista di condizionamento del sindaco) esiste l’avvocato Serena Spoto (che ironia della sorte lavora presso lo studio Trantino. Da lei sono arrivate queste parole: “perché unire la realizzazione del nuovo terminal crociere con la gestione venticinquennale della pressoché totalità dei servizi dei porti di Catania e Augusta, creando un appalto di grandezza mostruosa il cui importo è pari a oltre 300 milioni di euro? E questo con uno strumento, come la finanza di progetto, le cui possibili distorsioni anticoncorrenziali sono già stato oggetto di attenzione da parte dell’Anac che ha raccomandato l’utilizzo preliminare del cosiddetto dibattito pubblico. Quest’ultimo oggi è disciplinato dall’articolo 40 del codice degli appalti, ed è un processo di informazione, partecipazione e confronto pubblico su opere di interesse nazionale e si svolge nella fase iniziale di progettazione, quando le alternative sono ancora aperte e la decisione, se e come realizzare l’opera, deve essere ancora presa. Nulla di tutto questo è stato mai fatto”. La Spoto ha ricordato l’interrogazione sul tema che non ha avuto risposta (il sindaco ha dato una spiegazione sulla procedura) e ha aggiunto, criticando l’impianto della sua soluzione adottata: “Un’anomalia rispetto ad altri bandi. Questa operazione, inoltre, presenta evidenti profili di criticità sotto il piano anticoncorrenziale. Le piccole aziende che sono presenti non possono partecipare perchè ognuno ha un settore di competenza.Si poteva invece spacchettare i 44 servizi e affidarli singolarmente”. 

Anche perchè non c’è nessun obbligo per gli imprenditori subentranti di assumere gli 80 lavoratori del porto. “Ritengo -ha detto Serena Spoto- che fosse più opportuno spacchettare i servizi e dare la possibilità bandendo i singoli bandi di gara per ogni servizio in modo da predisporre una clausola sociale al fine di poter assumere questi 80 lavoratori”.” Di qui, l’opportunità secondo la Spoto di “sospendere o annullare la gara per rivedere le condizioni di partecipazione, l’oggetto della gara e anche la durata delle concessioni o degli appalti, chiedendo al Sindaco di vigilare sulla vicenda e di interpellare l’Anac e l’Antitrust per spazzare via ogni perplessità.”

E che fa il sindacato? Si accoda.

Porti di Catania e Augusta. Arriva il sostegno di Filt Cgil, Fit Cisl e UIL Trasporti di Catania e Siracusa al nuovo progetto: “I chiarimenti ci hanno convinti”. Questo il comunicato:

“In una nota congiunta, Filt Cgil, Fit Cisl e UIL Trasporti di Catania e Siracusa dichiarano sostegno al progetto di sviluppo dei porti di Augusta e Catania. Le sigle dei lavoratori dei trasporti dichiarano di “credere fortemente nell’importante progetto che prevede, tra l’altro, l’implementazione dei servizi di interesse generale attraverso una proposta di project financing. 

Abbiamo anche analizzato i chiarimenti che l’ Autorità di sistema portuale della Sicilia Orientale, ha fornito nel tempo alle nostre legittime perplessità, trattandosi di una iniziativa per la prima volta di grande portata a cui questi territori non sono abituati. Crediamo fortemente che il rilancio dei nostri due porti passi anche dalla valorizzazione dei servizi e soprattutto che tali iniziative possano dare concrete risposte alla sete occupazionale delle nostre province, in particolare a quei lavoratori che hanno perso l’occupazione negli anni scorsi al Porto di Catania a causa dell’abbandono di due importanti società armatoriali, la Caronte&Tourist e la Tirrenia. Ringraziamo per l’attenzione dimostrata alle richieste dei lavoratori, il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Sicilia orientale Augusta –Catania, Francesco Di Sarcina e i sindaci di Catania, Enrico Trantino, e di Augusta, Giuseppe Di Mare”. “

Anche questo un “film” già visto. A risentirci su queste pagine e mi raccomando: guardiamo bene i condomini per i rifiuti conferiti male.


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