Il “Commissariatore Commissariato”: Schifani nella morsa del vuoto


Pubblicato il 30 Ottobre 2025

C’è un paradosso tragicomico nella Sicilia di oggi: il Presidente che dovrebbe governare sembra passare il tempo a dare la colpa ai giornalisti. Tre parole su tre, Renato Schifani alterna autoincensamento, nostalgie improbabili per i governi precedenti e attacchi alla stampa, rea di raccontare la realtà anziché la sua versione edulcorata.
Ma dietro questa guerra alle “inesattezze” dei cronisti si nasconde una verità ben più scottante: Schifani non teme di perdere la ricandidatura. Teme qualcosa di peggio, di più imminente, forse di più umiliante. Sta per perdere *il controllo del suo stesso partito*.
Forza Italia in Sicilia è ormai un campo di battaglia dove il Presidente siede -come dire- dalla parte sbagliata: oltre il 50% risponde a una corrente avversa. Dopo il congresso, il re sarà nudo. Da un lato avrà un partito che non controlla più, dall’altro Fratelli d’Italia che già detta l’agenda.
Il risultato? “Il commissariatore” verrà “commissariato”? L’uomo che dovrebbe tenere le redini della Regione finirà sotto tutela? Stretto tra le morse di chi dovrebbe essere alleato e di chi, nel suo stesso partito, aspetta solo il momento giusto per chiudere i conti.
È per questo che Schifani soffre la “comunicazione veritiera”, come la chiama lui. Perché ogni articolo, ogni domanda scomoda è uno specchio che gli ricorda una verità insopportabile: il vuoto pneumatico o quasi in cui si trova non è colpa dei giornali. È la conseguenza inevitabile di chi ha perso autorevolezza, consenso e controllo.
La domanda vera è una sola: reggerà? O assisteremo all’implosione di un Presidente sotto vuoto, spinto fuori scena dalla stessa macchina politica che credeva di comandare?

iena che osserva.


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