Spettacoli e Cultura, Catania: il 18 settembre l’associazione “Terre forti” presenta “Mao, Belzebù e il Padreterno” di Nino Greco ed il 19 “Aracneide” di Alfio Guzzetta


Pubblicato il 17 Settembre 2021

Catania – L’associazione culturale “Terre forti”,  nata nel 2007 a Librino,  fondata e guidata dall’attore, regista e autore catanese Alfio Guzzetta, dopo la sosta per la pandemia, ha in programma, nell’ambito del cartellone “Catania Summer Fest 2021”, organizzato dall’Amministrazione comunale, due spettacoli teatrali, entrambi al Castello Ursino di Catania e ad ingresso libero. Sabato 18 settembre, alle ore 21.00, andrà in scena “Mao, Belzebù e il Padreterno” di Nino Greco, un gioco teatrale, un’azione goliardica che nasce dall’esigenza di raccontare con leggerezza problemi e contesti che, quotidianamente, affliggono la nostra esistenza. Un gioco a tratti amaro, proposto con un pizzico di distacco, di ironia e di sano divertimento. La storia racconta di Mao che finisce il soggiorno terreno e al momento del distacco è costretto a passare al vaglio della giustizia divina. Ma il Padreterno è buono e interpreta a modo proprio la rivoluzione maoista facendo santo il nostro eroe. Ma non tutti la pensano allo stesso modo e ciò porta a qualche scontro. Anche il diavolo avanza i suoi diritti su Mao, suscitando un  dibattito che, tra il serio e il faceto, mette in evidenza istanze che l’uomo, dalla sua nascita, porta avanti. La regia è di Alfio Guzzetta, in scena Carmelo Catania, Letizia Tatiana Di Mauro, Alfio Guzzetta, Nino Patanè, Gaetano Gullo, Pinella Calogero, Orazio Patanè, Maria Valentina Patanè e con Gregorio Lui (chitarra e voce).

Domenica 19 settembre, sempre alle ore 21.00, verrà proposta la novità di Alfio Guzzetta, “Aracneide”, che parla di storie di giustizia negata con Aracneide come emblema dell’intrigo. Aracne tesse una continua ragnatela dove rimangono imprigionate le verità che non devono essere svelate e più si cerca di districarle, più rimangono nascoste. Una serie di episodi accaduti in Sicilia, dal secondo dopoguerra in poi, che hanno prodotto centinaia di morti, ma di cui non sono stati ancora liberati i fantasmi che li hanno prodotti. Come in uno spazio irreale, una sorta di Limbo, si muovono le anime che, tutt’ora, rimangono in attesa della Verità. Sulla scena Giovanni Calabretta, Letizia Tatiana Di Mauro, Alfio Guzzetta, Gabriella Rodia e il Centro professionale di Danza Eventi d’Arte Catania (Michelangela Cristaldi, Tiziana Cavaleri, Tecla Guzzardi), con Gregorio Lui (chitarra) e Ferdinando Lui (percussioni). Coreografie di Michelangela Cristaldi, musiche di Gregorio Lui, regia Alfio di Guzzetta.

“Ancora in un difficile momento di pandemia – spiega Alfio Guzzetta –  non è facile immaginare una programmazione futura. La speranza è quella di riproporre “Mao, Belzebù e il Padreterno” e “Aracneide” e di recuperare una serie di monologhi e dialoghi di Karl Valentine, in prova e interrotti per il Covid. Vorrei poi dedicare una due giorni ad un nostro teatrante, Alfredo Danese, impegnato nel recupero e riproposta delle tradizioni popolari, un po’ bistrattato, ma che ha dato un grande contributo alla nostra cultura. Di Danese vorremmo realizzare “Le farse di Peppe Nappa”. Nelle scuole poi vorremmo proporre, per il recupero delle nostre tradizioni, le “Storie di Giufà” e un recital sull’Olocausto”.

Le due serate al Castello Ursino, si svolgeranno nel rispetto delle norme anti Covid-19: sarà necessario esibire la propria Certificazione verde (Green Pass) in corso di validità, fornire le informazioni richieste e prenotare tramite posta elettronica (info@associazioneterreforti.it) indicando i dati anagrafici e un recapito telefonico o indirizzo di posta elettronica di ciascun prenotando. Sarà obbligatorio indossare correttamente la mascherina durante la permanenza e mantenere il distanziamento. Info: 349. 6093918.

NOTE INFORMATIVE

ASSOCIAZIONE CULTURALE TERRE FORTI

 “Terre forti”, associazione no-profit apolitica e aconfessionale, fondata e diretta da Alfio Guzzetta, sorge nel 2007 a Librino, centro geografico di quelle antiche contrade un tempo note, per l’appunto, come “terre forti”, ponendosi l’obiettivo di fare da “mediatore culturale” e promotore artistico e sociale tra la “periferia sud” del capoluogo etneo, la città di Catania, la Sicilia e i siciliani di tutto il mondo.

                                            

                                   


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