Emanuele Macaluso: un comunista “eretico”


Pubblicato il 21 Gennaio 2021

Con la morte di Emanuele Macaluso scompare una straordinaria memoria vivente della politica italiana. Si iscrisse al Partito Comunista d’Italia prima della caduta di Mussolini e del regime fascista. Nato in una famiglia di modeste condizioni economiche studiò presso l’Istituto Minerario Sebastiano Mottura di Caltanissetta. Giovanissimo prese parte al movimento sindacale siciliano, diventando nel 1944 segretario generale della Camera del Lavoro di Caltanissetta. Fu nel dopoguerra un protagonista delle lotte per l’occupazione della terra e contrastò a viso aperto la mafia agraria. Dal 1947 fino al 1956 Macaluso fu segretario regionale del più grande sindacato nazionale, la CGIL, e sempre nel 1947 partecipò al “I Congresso CGIL unitaria” svoltosi nel giugno a Firenze. Nel 1951, senza dimettersi dall’incarico, si candidò con successo con il PCI come deputato regionale, eletto nella II, III e IV legislatura all’Assemblea Regionale Siciliana dal 1951 al 1962 . Lasciata la Cgil nel 1956, fu segretario regionale del PCI e fu eletto al  comitato centrale del partito.Fu nel dopoguerra un protagonista delle lotte per l’occupazione della terra e contrastò a viso aperto la mafia agraria. Nel 1958 fu l’artefice di una discussa operazione parlamentare e politica del “milazzismo” che è passata alla storia poiché condusse la Dc all’opposizione.

Infatti fu eletto presidente della Regione, Silvio Milazzo, con una maggioranza composta da comunisti, socialisti, monarchici, Movimento Sociale Italiano e fuoriusciti DC. Il governo Milazzo fu tempestato di critiche durissime, mentre Palmiro Togliatti condivise l’operato di Macaluso. Dopo le elezioni regionali del 1959, Milazzo fece  il suo secondo governo con la partecipazione del suo partito, l’USCS, sostenuto dal PCI e dal PSI, stavolta senza il MSI, il PLI e i monarchici, fino all’anno successivo. Fu componente Membro della corrente riformista migliorista e vicino a   Giorgio Napolitano. Nel 1960 entrò nella Direzione del partito e nel 1962 lasciò la segreteria regionale del PCI a Pio La Torre. Poi si dimise dall’Ars e  fu chiamato a Roma, dove, nel 1963, entrò nella Segreteria politica con Togliatti prima, con Luigi Longo dopo, e successivamente venne confermato anche  con Enrico Berlinguer,facendo parte anche dell’Ufficio Politico. Fu responsabile della Sezione di organizzazione dei comunisti, la stampa e la propaganda e, in un secondo momento, la Sezione meridionale.  Venne continuamente denunciato e querelato per diffamazione ricevute da personaggi notoriamente mafiosi. Nel 1963 fu anche eletto per la prima volta deputato nazionale alla Camera dei deputati nel 1963, confermato in questa carica nel 1968 e nel 1972, fino al 1976, quando fu eletto nel Senato della Repubblica,  rieletto nel 1979, 1983 e 1987, dove fu vicepresidente della commissione vigilanza Rai. Dal 1982 al 1986 fu direttore de l’Unità, che tentò di modernizzare e con cui continuò per un periodo a collaborare.

Nel 1989 condivise la Svolta della Bolognina e nel 1991 aderì al Partito Democratico della Sinistra concludendo la sua esperienza parlamentare nel 1992. Si è dedicato al giornalismo per tutta la vita ed è stato   direttore della rivista Le nuove ragioni del socialismo, mensile da lui fondato nel 1996 ed editorialista de La Stampa e de Il Mattino. Fino al 5 marzo 2008 ha collaborato in veste di editorialista con il quotidiano Il Riformista, del quale, in seguito alle dimissioni di Antonio Polito, è stato direttore dal 1º maggio 2011 alla chiusura del giornale avvenuta il 30 marzo 2012. Nei suoi articoli degli anni 2000 Macaluso maturò la sua convinzione che una moderna forza laica della sinistra italiana si dovesse ispirare ai valori del socialismo italiano ed europeo ed è questa la critica più dura che ha sempre rivolto al Partito Democratico di non avere una chiara identità. Dotato di grande cultura è stato anche uno scrittore di numerosi saggi politici in cui espresse con profonda arguzia ed intelligenza politica i suoi punti di vista anticonformisti e controcorrente.

Rosario Sorace.


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