a cura di Marco Benanti. Proponiamo l’articolo “Catania fa paura” di Pippo Fava, estratto da “I Siciliani” libro che raccoglie inchieste, articoli e altri interventi dello scrittore e giornalista ucciso dalla mafia nel 1984. Così viene descritta Catania (da pag 290 a pag 295)….trovate le differenze con quanto accade oggi (2024). Leggete come parte della […]
Il Catania ne prende quattro col Milan. Nessun dramma, speriamo che serva a riportare la giusta dose di umiltà
Pubblicato il 06 Novembre 2011
di Iena Rossazzurra
Una bruttissima battuta d’arresto, ma ci può stare. Dopo tutto abbiamo superato alla grande la serie di match proibitivi, uscendo con un bottino di punti che nessuno si aspettava di conquistare a inizio campionato. Certo, amareggia, e tanto, il sonoro quattro a zero rifilatoci dal Milan di Allegri e, probabilmente, non sono state utili certe dichiarazioni poco modeste rilasciate alla vigilia dell’incontro da qualche pezzo grosso, dichiarazioni del tipo “ce la giochiamo con chiunque” oppure “il Catania può fare risultato a San Siro”. Ecco, magari, in questo senso, un po’ di umiltà non avrebbe guastato.
Abbiamo affrontato a testa alta e messo sotto squadre prime della classe come l’Inter, il Napoli, la Juventus e la Lazio, ma in quelle occasioni non abbiamo mai ecceduto con l’ottimismo pre-gara. Concentrati e determinati sì, ma irriverenti no, non è uno stile che ci appartiene e soprattutto non è una forma mentis che può aiutarci a raccogliere il più possibile nel corso del campionato. E poi il Milan è campione d’Italia, vorrà pur dire qualcosa.
Oggi il Catania non c’è stato in particolare sotto l’aspetto mentale: siamo stati poco determinati, per nulla aggressivi, troppo rilassati, sì con l’atteggiamento di chi ha già ottenuto di più del preventivato dal campionato. Questa è stata la sensazione che ci ha trasmesso il campo. E forse Montella, che da qualche giorno predicava massima umiltà e concentrazione, aveva intuito l’insidia.
Veniamo alla partita. Neanche dieci minuti e il “diavolo” è già in vantaggio: entrata imprudente di Lanzafame su uno scatenato Robinho e Ibrahimovic batte Andujar dal dischetto. A questo punto qualcuno si aspettava la solita reazione del Catania, quella che c’è sempre stata nelle ultime gare. Stavolta no. C’è un sospetto tocco con la mano in area di Zambrotta, ma ai più, incluso l’arbitro, è parso completamente involontario. Così Robinho, sempre lui, dribbla Bellusci, poco reattivo quest’oggi, e porta il Milan sul due a zero con un tiro con l’effetto a girare. C’è spazio per un salvataggio di Bonera sulla linea, ma nella ripresa il Milan dilaga, prima con Robinho che propizia, insieme a Seedorf, l’autorete di Lodi e poi con Zambrotta che riprende una respinta di Andujar su un bolide di Ibra. Il Milan potrebbe segnare ancora con Inzaghi ma il portiere rossazzurro è bravo a negargli la gioia della segnatura.
Finisce, quindi, con un secco quattro a zero per i rossoneri con il Catania mai in grado di giocarsi la partita. Giornata nera per Bellusci, sul quale Robinho ha vita facile, e Lanzafame che, tra l’altro, dà il via libera alla goleada del Milan con il suo fallo da rigore. Sottotono tutta la squadra, tra cui Lodi e Almiron. Migliori in campo del Catania senza dubbio Gomez (traversa per lui) e Bergessio, che combattono sino alla fine (quest’ultimo avrebbe anche potuto segnare se Bonera non avesse salvato sulla linea).
A fine gara, mentre Allegri esprime soddisfazione per la prestazione dei suoi, Montella parla di ritmi troppo bassi e aggiunge: “il nostro campionato comincerà dopo la sosta, con le sfide contro Chievo, Lecce, Cagliari e Atalanta. Oggi non siamo riusciti a giocare come sappiamo e non abbiamo mai imposto la nostra velocità di manovra. È stato demerito nostro – ammette Montella – non siamo stati aggressivi com’è nostro solito e non siamo riusciti ad alzare il ritmo del gioco. Allo stesso tempo è stato merito del Milan, che ha giocato molto bene, senza concederci niente e, soprattutto, senza alcuna distrazione. Il rigore? Va interpretato, non credo sia opportuno commentare”.
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